Si apra il confronto e si attivino i tavoli
DICEMBRE 2018
Intervista a Carmelo Barbagallo
Si apra il confronto e si attivino i tavoli
di   Antonio Passaro

 

Barbagallo, il 2018 si chiude con un’iniziativa importante: tre attivi unitari nazionali di Cgil, Cisl, Uil, svoltisi, contemporaneamente, a Milano, Roma e Napoli, per ribadire le priorità sulla Legge di bilancio 2019. Il punto di arrivo di un percorso che ha visto il coinvolgimento di decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani. Ma è anche un nuovo punto di partenza?

Certamente. In queste settimane, abbiamo incontrato lavoratori, pensionati e giovani, in centinaia di assemblee sul territorio e nelle fabbriche per illustrare le proposte sindacali definite in una piattaforma che abbiamo già consegnato al Governo. Il problema vero è che la manovra scontenta molti più di quanti ne accontenta. Ecco perché noi chiediamo che si apra il confronto e si attivino i tavoli su tutte le questioni che abbiamo posto nella nostra piattaforma.Non vogliamo arrivare a una conclusione immediata, ma il Governo deve rendersi conto che senza il contributo delle parti sociali rischia l’effetto boomerang per se stesso e per il Paese.

 

Intanto, l’Unione Europea ha dato il via libera alla manovra dopo le modifiche apportate dall’Esecutivo al documento economico.

Posso dire che c’è l’accordo con Bruxelles, ma non c’è ancora l’accordo con noi. Siamo stati e siamo contrari all’austerità, perché ha impoverito i popoli e il nostro paese. Ora, però, bisogna fare la battaglia per cambiare le regole, altrimenti saremo sempre sotto scacco dell’Europa. Peraltro, è evidente che le attuali regole sono inefficaci, visto che il debito pubblico continua comunque ad aumentare.

 

Le rivendicazioni di Cgil, Cisl, Uil sono indicate nel documento e sono tutte fondamentali. Qual è il capitolo che vuoi, in qualche modo, sottolineare?

Tutto ciò che abbiamo proposto è importante per la ripresa della nostra economia: dalle infrastrutture alMezzogiorno, dalle pensioni ai contratti. C’è l’urgenza di una riforma fiscale, che costituisce il problema dei problemi. Se non si riducono le tasse ai lavoratori e ai pensionati, non aumenta il loro potere di acquisto e così le aziende che producono per il mercato interno rischiano di chiudere. Ecco perché riteniamo che la nostra mobilitazione debba proseguire. Il Governo ascolti le nostre proposte, noi vogliamo confrontarci: abbiamo bussato educatamente, se non rispondono busseremo più forte, ma se proprio non dovessero dare alcun segno, saremmo costretti a buttar giù la porta…

 

…E a gennaio si comincerà a buttarla già questa porta: proprio mentre siamo in stampa, Cgil, Cisl, Uil hanno diramato un comunicato unitario molto duro nei confronti della Legge di bilancio, appena approvata definitivamente, definita “sbagliata, miope, recessiva”. Si andrà allo scontro, dunque?

Nel testo del comunicato abbiamo scritto che “Cgil, Cisl, Uil sono pronte alla mobilitazione unitaria che culminerà con una grande manifestazione nazionale a gennaio”. Definiremo, presto, giorno, luogo e modalità. Lo dicevo prima: la manovra non recepisce le nostre richieste e taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi. Ancora una volta, come è già accaduto in passato, si torna a far cassa con il taglio dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni sopra i 1522 lordi al mese. E, anche questa volta, le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici sono insufficienti. Di riduzione delle tasse per lavoratori dipendenti e pensionati, poi, neanche a parlarne. Noi puntiamo, comunque, al confronto per porre rimedio a questi guasti, ma, a sostegno delle nostre rivendicazioni, la manifestazione nazionale ora è inevitabile.

 

Ci sono altre criticità in ballo: Alitalia, per esempio. Insieme a Cgil e Cisl hai incontrato il ministro Di Maio. Come è andata?

Abbiamo avuto alcune risposte e la più importante è che non si intende parlare solo di salvataggio, ma bensì di rilancio dell’Alitalia. Per noi è fondamentale salvaguardare i livelli occupazionali, anche attraverso il fondo di solidarietà. Per rilanciare la compagnia bisogna puntare su nuove rotte intercontinentali e sull’acquisto di nuovi aeromobili. Abbiamo chiesto di essere riconvocati a breve e il ministro ha confermato la disponibilità per un nuovo incontro già a gennaio. Vedremo.

 

Cambiamo argomento. A dicembre, si è svolto a Copenaghen il Congresso dell’Ituc. Alla guida del sindacato mondiale è stata riconfermata Sharan Burrow. La Uil, con grande coerenza, sino all’ultimo istante, ha sostenuto la candidatura di Susanna Camusso. L’obiettivo non è stato raggiunto per poco…

Considerato il difficile contesto in cui è maturata questa candidatura, il risultato ottenuto è stato, comunque, apprezzabile, anche se purtroppo non è stato sufficiente a conseguire l'obiettivo. Continua, dunque, la nostra battaglia per rendere più efficiente, inclusivo e incisivo il ruolo dell’Ituc. C’è bisogno di nuove regole per rendere più forte il Sindacato mondiale e per incidere sulle scelte relative ai diritti, all’occupazione e ai salari. Alla guida del Sindacato europeo sia dei lavoratori sia dei pensionati ci sono due nostri dirigenti: anche nell’Ituc non si potrà non tenere conto della capacità di mobilitazione che il Sindacato italiano è stato capace di mettere in campo.

 

Barbagallo, per concludere, oltre a lavoro, fisco, investimenti e pensioni, quali sono altri due capitoli importanti sui quali puntare nel 2019?

I giovani, innanzitutto. Bisogna creare lavoro di qualità per i nostri giovani, anche grazie a politiche mirate che puntino a crescita e sviluppo, in una realtà sempre più orientata al concetto di impresa 4.0. Il punto, però, è che non possiamo limitarci a parlare di strumenti che possono servire per cercare il lavoro; il problema è creare il lavoro. E a questo scopo non ci sono altre strade: servono investimenti pubblici e privati in infrastrutture materiali e immateriali. E poi la sicurezza sul lavoro. Unitamente a Confindustria, Cgil e Cisl, nell’ambito dei temi del Patto per la Fabbrica, abbiamo sottoscritto un primo accordo in materia di salute e sicurezza e rappresentanza sui luoghi di lavoro. Basta parole: bisogna fermare questa strage quotidiana. Dobbiamo batterci perché prevalga un impegno forte per la prevenzione. Servono azioni concrete ed incisive.

 

 

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