L´Italia abbia bisogno di un nuovo Deal
SETTEMBRE 2018
Intervista a Carmelo Barbagallo
L´Italia abbia bisogno di un nuovo Deal
di   Antonio Passaro

 

Segretario, dopo un botta e risposta tra il Governo e l’Unione Europea, è stata approvata la manovra finanziaria con un deficit al 2,4% (per uno o per tre anni). Qual è il giudizio del Sindacato di via Lucullo?

Daremo un giudizio articolato sulla manovra nei prossimi giorni, quando leggeremo i testi. Intanto, possiamo ribadire che la Uil, insieme al sindacato europeo, è sempre stata contraria all’austerità e favorevole a scelte che puntino a rilanciare l’economia. Dobbiamo, però, discutere su come utilizzare le risorse disponibili per ridurre le tasse sul lavoro e sulle pensioni, per fare investimenti e per discutere di assistenza e previdenza. Il nostro giudizio sulla manovra dipenderà dalla capacità di rispondere a queste esigenze di merito dalle quali dipendono la ripresa dell’economia e dell’occupazione. 

 

Nei giorni che hanno preceduto l’approvazione di quella che è stata definita la Manovra del Popolo, la UIL ha sollecitato il Governo a realizzare una manovra che puntasse al rilancio dell’economia. Come si può intraprendere il cammino della crescita, facendo debito?

Come dicevo, aspettiamo di vedere i testi e di capire, dunque, se le risorse che verranno postate serviranno per la ripresa economica oppure no. Se riprende l’economia i debiti si ripagano, se l’economia continua a ristagnare i debiti non si riescono a pagare. Non vogliamo fare le cassandre e siamo disponibili a fare la nostra parte, ma serve il confronto. Con il dialogo e la partecipazione si possono ottenere ottimi risultati.

 

Barbagallo, tra le rivendicazioni sindacali principali della UIL c’è la modifica della Riforma sulle pensioni, in linea con l’azione già avviata con il precedente Governo. Tra le ipotesi c’è “quota 100”. Cosa ne pensi?

Continuano a circolare varie ipotesi. Bisogna fare attenzione, quota 100 può aiutare qualcuno, ma scontentare tantissimi. Anche con questo Governo, dobbiamo continuare la nostra battaglia e fare breccia nella legge Fornero. Noi abbiamo le nostre proposte per intervenire su questo capitolo: occorre continuare a cambiare la legge reintroducendo una reale flessibilità di accesso alla pensione tra i 62 e a 63 anni, senza alcuna penalizzazione; procedere con la separazione della previdenza dall’assistenza e con la definizione degli altri lavori gravosi o usuranti. Anche qui, aspettiamo di confrontarci con il nuovo Esecutivo.

 

Sull’insieme di tutti questi temi – lavoro, pensioni, fisco – la UIL ha riunito il proprio Esecutivo, durante il quale hai rilanciato la proposta, già avanzata in occasione del Congresso, di una piattaforma per la rinascita e lo sviluppo del Paese. Qual è l’obiettivo?

La piattaforma unitaria nasce dall’idea che l’Italia abbia bisogno di una sorta di New Deal per risalire dalle ultime posizioni delle classifiche europee: una piattaforma unitaria, dunque, per la rinascita e lo sviluppo del Paese. L’8 ottobre si riuniranno le Segreterie di Cgil, Cisl e Uil per definire la piattaforma da indirizzare, successivamente, al Governo per illustrare le nostre richieste e avviare un dialogo per la definizione di provvedimenti necessari al rilancio strutturale dell’economia e del lavoro nel nostro Paese.

 

Su cosa si dovrebbe fondare questo “New Deal” tutto italiano?

Riteniamo siano fondamentali investimenti pubblici e privati in infrastrutture materiali e immateriali, nonché la riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Occorre, inoltre, approntare nuovi modelli di produttività e di partecipazione. Nella piattaforma unitaria dovranno rientrare anche la riforma del sistema previdenziale e le prospettive occupazionali per le giovani generazioni.

 

I giovani. Si tratta di un tema caro alla UIL, che proprio in quest’ultimo periodo ha lavorato per abbracciare una generazione spesso lontana dal raggio sindacale. Quali sono le iniziative messe in campo?

Da sempre la Uil, si preoccupa dei giovani. La bussola da seguire è dare loro un futuro nel nostro Paese, liberandoli dalla precarietà, creando lavoro stabile. Il percorso è quello del dialogo e un confronto aperto e senza filtri lo abbiamo avuto in occasione di “Uil Camp”, un corso di formazione per giovani, organizzato dalla Uil Emilia Romagna, nella location informale di un campeggio della riviera romagnola. In quell’occasione ho dialogato direttamente con i partecipanti sui temi dell’economia, del sociale e dell’azione sindacale, non sottraendomi neanche a varie riflessioni di carattere personale sulla difficoltà e sul valore dell’impegno nel Sindacato. Un’altra iniziativa messa in campo dalla UIL è la visita ai campi di concentramento e di sterminio Auschwitz – Birkenau. Un viaggio emotivamente coinvolgente e culturalmente formativo, insieme a 100 ragazzi e a Sami Modiano, sopravvissuto alla Shoah e organizzato in collaborazione con l’Irase e la Uil Scuola. Si tratta dell´epilogo di un lungo percorso di informazione e formazione, caratterizzato anche da momenti di intenso confronto con il mondo ebraico e con i suoi rappresentanti.

 

Cambiamo argomento. Si è da poco conclusa una delle trattative più faticose e lunghe della storia sindacale. Stiamo parlando della vicenda Ilva. 

Sì, è proprio così. È stata una trattativa molto complessa e grazie alla lotta dei lavoratori e alla determinazione e competenza della categoria al tavolo abbiamo ottenuto un accordo. Un risultato positivo autenticato dal plebiscitario sì dei lavoratori dell’ILVA che rappresenta la prova più lampante della bontà dell’intesa, così faticosamente voluta e costruita dalla categoria, dell’altissimo livello di rappresentatività del Sindacato. Questo eccezionale risultato è il degno esito della lunga lotta dei lavoratori per lo sviluppo, l’occupazione, la sicurezza e l’ambiente a Taranto e in tutto il Paese.

 

A suggellare questo accordo, è stata indetta un’Assemblea nazionale convocata proprio per celebrare questo importante traguardo. Cosa rappresenta questo accordo?

L’accordo per l’Ilva potrà essere la svolta per la reindustrializzazione del nostro Paese e, per il Sindacato, rappresenta un momento di orgoglio per tutta l’Organizzazione che ha vissuto come una propria vittoria la firma di questa intesa. Artefice principale il Segretario Generale della Uilm, Rocco Palombella, che durante l’Assemblea ha ripercorso i passaggi più delicati della lunghissima vertenza, davanti a una platea di tute blu della UIL e del vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio.

 

Per concludere, un’ultima domanda. All’inizio del mese di settembre hai partecipato al Vertice L20 in Argentina. Quali sono stati i temi trattati e quali le posizioni portate avanti dalla Uil? 

Al centro della tavola rotonda del G20 dedicato al lavoro e al sociale abbiamo affrontato il delicato tema dell’immigrazione e dei suoi risvolti occupazionali. Ritengo che la questione migrazione non debba essere affrontata solo secondo logiche emergenziali, ma in una prospettiva di medio e lungo periodo. Per la Uil, bisogna tenere conto delle molteplici e differenti cause del fenomeno e puntare a politiche di sviluppo per i Paesi d’origine dei migranti, a politiche di equa redistribuzione della ricchezza globale, altrimenti nel medio e lungo periodo non saremo in grado di fronteggiare l’enorme pressione migratoria che proverrà da quelle aree. Peraltro, una corretta gestione di tale complessa realtà rappresenta un presupposto per garantire la pace nel mondo.

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