Il valore della contrattazione, l’unico strumento in grado di garantire le necessarie flessibilità in un quadro di certezze e di tutele
LUGLIO 2018
Intervista a Carmelo Barbagallo
Il valore della contrattazione, l’unico strumento in grado di garantire le necessarie flessibilità in un quadro di certezze e di tutele
di   Antonio Passaro

 

Quando dalla vita di un singolo uomo possono dipendere i destini economici e finanziari di aziende e nazioni, la sua scomparsa diventa un evento. Così è successo per la morte dell’Amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne.

Tutta la Uil ha espresso sincero cordoglio per la morte di Marchionne. Entrerà nella Storia come l’uomo che ha salvato la Fiat. La Uil ha partecipato alla realizzazione di questo obiettivo: vorremmo che si onorasse la sua memoria dando continuità produttiva e occupazionale, in Italia e nel mondo, a questo disegno di sviluppo. Spesso si è sottolineata la straordinaria capacità di Marchionne di creare valore e fare profitti, ma altrettanto notevole è stata la sua capacità di salvaguardare il patrimonio industriale e l’occupazione.

 

È stato subito nominato il nuovo amministratore delegato di Fca. Cosa ci si attende per il futuro?

Confidiamo nel fatto che Mike Manley, già forte dei successi conseguiti alla guida del marchio Jeep, sappia raccogliere la grande eredità che gli viene lasciata e porti avanti il piano industriale illustrato il primo giugno a Balocco. Ci attendono appuntamenti importanti, quali l’assegnazione dei modelli agli stabilimenti italiani e il rinnovo del Contratto collettivo specifico di lavoro, per cui speriamo di poterlo incontrare presto.

 

Intanto, proprio negli ultimi giorni di luglio, si è svolto un incontro tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. Di cosa avete parlato?

Ci siamo incontrati per definire un’Agenda di temi da trattare per dare piena attuazione ai contenuti dell’accordo interconfederale del 9 marzo 2018, conosciuto come Patto per la Fabbrica. Sono state individuate tre aree tematiche all’interno delle quali saranno avanzate proposte condivise su formazione, partecipazione, sicurezza, appalti, politiche industriali e territoriali, contrattazione e relazioni sindacali. Sono state concordate le modalità del confronto. Vorremmo raggiungere un’intesa complessiva entro la fine di settembre per dare centralità alla questione industriale anche attraverso il nuovo modello di relazioni industriali introdotto con il Patto per la Fabbrica.

 

Il decreto dignità è approdato alla Camera. Vedremo, nelle prossime ore, se saranno accolti alcuni emendamenti e se si ricorrerà alla fiducia per farlo approvare. Qual è il giudizio della Uil?

Valuteremo il testo definitivo che scaturirà dal dibattito parlamentare. Intanto, abbiamo già espresso una serie di osservazioni. In particolare, la regolamentazione in materia di delocalizzazione è in sintonia con le proposte avanzate dalla Uil. Così come ci trovano concordi le misure per il contrasto alla ludopatia. Per quel che riguarda, poi, la nuova disciplina dei contratti a termine ci sono modifiche apprezzabili, ma alcuni passaggi non ci convincono. Abbiamo, infine, delle perplessità, anche su quanto deciso in materia di lavoro in somministrazione. Sarebbe stato più opportuno, infatti, affrontare, prima, tutta la partita degli stage, dei tirocini, delle collaborazioni e delle finte partite iva che hanno fortemente precarizzato il lavoro.

 

E per quel che riguarda i voucher, invece?

La nostra posizione è sempre stata chiarissima: noi siamo contrari a una loro reintroduzione, perché, in passato se n’è fatto un abuso che ha generato inaccettabili ingiustizie e, talora, anche condizioni di illegalità. Tuttavia, la loro completa abolizione non è la soluzione al problema. Ci sono alcune particolari, specifiche ed eccezionali situazioni lavorative per le quali i voucher possono rappresentare l’unico strumento a disposizione una questione di equilibrio. In particolare, poi, la Uil sta sostenendo la campagna di mobilitazione della Uila e della Uiltucs contro la reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel turismo. In queste ore, la Uil sta seguendo con particolare attenzione l’iter di conversione in legge del Decreto Dignità in cui, probabilmente, verranno inserite anche norme correttive sulle Prestazioni di lavoro occasionale, c.d. PrestO (ex voucher). Modifiche che avranno un effetto negativo in due settori, come il turismo e l’agricoltura, dove da sempre la contrattazione collettiva prevede tipologie contrattuali che permettono di coprire la stagionalità e picchi di lavoro anche in modo flessibile. L’ampliamento degli attuali PrestO eroderebbe le importanti tutele contrattuali oggi previste per le lavoratrici ed i lavoratori per stabilire un rapporto. Come sempre, è

 

Tiene banco in queste settimane anche la vicenda dei riders. Il ministro Di Maio ha attivato un tavolo, convocando tutte le parti interessate con l’obiettivo di individuare soluzioni efficaci per la tutela di questi lavoratori. Come procede il confronto?

Puntiamo a ottenere tutele contrattuali da applicare a questi lavoratori, spesso giovani, soggetti a condizioni di precarietà e che, al tavolo, hanno chiesto per la loro attività il riconoscimento di lavoro subordinato. Una richiesta che noi sosteniamo. Non pensiamo che serva un contratto collettivo ad hoc, ma sarebbe più utile definire parti specifiche nell’ambito di contratti collettivi già esistenti. Ciò rafforzerebbe la posizione dei riders, vitando che questi lavoratori restino isolati dal resto del mondo del lavoro. Abbiamo anche chiesto un intervento di natura fiscale in modo che il lavoro non tutelato costi di più di quello tutelato. Siamo disponibili al confronto e concordiamo con la scelta di dare continuità al tavolo in sede tecnica.

 

All’inizio del mese di luglio un rider bolognese di una piattaforma per consegne, iscrittosi alla Uil, è stato licenziato dopo pochi giorni, con un freddo messaggio tramite app. Si è trattato di una casualità?

Non saprei, vedremo. Intanto, abbiamo avviato un’azione legale a difesa del nostro iscritto e non ci fermeremo fino a quando non sarà accertata la verità dei fatti e il lavoratore non sarà riassunto. Ma se davvero fosse stato licenziato perché iscritto a un Sindacato o, magari, solo perché partecipe di qualche attività sindacale, saremmo di fronte a un fatto gravissimo. Successivamente, grazie alla mobilitazione dei dirigenti, dei quadri e degli attivisti della Uil dell’Emilia Romagna e alla solidarietà delle altre Organizzazioni sindacali e dei lavoratori del settore, siamo riusciti a ottenere un primo risultato: “l’azienda piattaforma” ha dovuto ristabilire il rapporto con il nostro iscritto. Sono state poste, però, condizioni capestro inaccettabili. Nella sostanza, la questione deve essere ancora risolta.

 

Nuovi lavori e piattaforme 4.0 sospesi tra grandi opportunità e nuovi ma vecchi sfruttamenti…

Esatto, è questo il problema. Più in generale, io penso che, in alcuni casi, abbiamo a che fare con forme di caporalato 4.0 . I nuovi lavori e l’impresa 4.0 sono un’opportunità, ma se la mentalità di qualcuno è ancora quella dei vecchi padroni delle ferriere, nei confronti di costoro la nostra mobilitazione non si fermerà sino a quando non saranno stati coniugati diritti e modernità. In questo sta il valore della contrattazione, l’unico strumento in grado di garantire le necessarie flessibilità in un quadro di certezze e di tutele. Questa, dunque, è la nuova frontiera della difesa dei diritti e delle tutele del lavoro.

 

Il vice premier Di Maio ha chiesto una verifica dei dati relativi alla rappresentanza sindacale. Cosa risponde la Uil?

Noi siamo prontissimi. Peraltro, per avere chiaro il quadro della rappresentatività dei Sindacati, basta leggere i risultati delle consultazioni elettorali che, sistematicamente e a scrutinio segreto, si svolgono in tutti i luoghi di lavoro, coinvolgendo tutti i lavoratori. Ad esempio, nelle recenti elezioni per il rinnovo delle Rsu nel pubblico impiego, dove esiste già una legge che regolamenta il tutto, ha votato circa il 90% dei lavoratori coinvolti. Il livello di partecipazione, dunque, è stato altissimo ed è stata così confermata la volontà di farsi rappresentare, in particolare dal Sindacato confederale, nella tutela dei propri interessi e nella difesa dei propri diritti. Ovviamente, si vota anche in tutti i luoghi di lavoro del settore privato e gli esiti emersi dalle singole imprese sono conosciuti e pubblicizzati. Anche in questo caso, peraltro, c’è già un’intesa tra Sindacati e Associazioni imprenditoriali per la verifica e la misurazione della rappresentanza: occorre, semplicemente, che venga applicata in toto per avere un quadro complessivo e generalizzato della rappresentatività. A tal proposito, il sistema delle imprese, da un lato, e il Ministero del lavoro, dall’altro, hanno da svolgere alcune incombenze. Insomma, quanto “pesano” i Sindacati è cosa nota e se occorre qualche intervento per ufficializzare e pubblicizzare questo dato, la Uil è a disposizione.

 

 

 

Potrebbe anche interessarti: