Sono passati sei mesi dall'inizio dell'anno e possiamo fare già una valutazione dei femminicidi che ci sono stati.
Al 30 giugno del 2019 erano 36, mentre al 30 giugno del 2020 sono stati 52. Già da questo dato evidenziamo un notevole incremento .
Per quanto riguarda le Regioni registriamo questi dati: Lombardia (n=11); Piemonte e Sicilia (rispettivamente n=8); Liguria, Veneto (rispettivamente n=4); Sardegna e Toscana (rispettivamente n=3); Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Trentino-Alto Adige (rispettivamente n=2); Abruzzo, Marche, Puglia (rispettivamente n=1).
L'età media delle donne uccise è 52 con la seguente distribuzione per classi di età : 41-50 (n= 17); 51-60 (n=9); 71-80 e 61-70 e 31-40 (rispettivamente n=6); 21-30 (n=4); 91-100 e 81-90 e 11-20 (rispettivamente n=2); 0-10 (n=1).
Le modalità dei femminicidi sono state : coltello (n=17); armi da fuoco (n=13); botte (n=8); strangolamenti (n=6); bastoni (n=5); investita con la macchina e iniezioni letali e varie (n=3)
Per quanto riguarda l'autore dei reati troviamo : marito (n=26); figlio (n=7); compagno (n=6); ex, padre, conoscente e amico (rispettivamente n=3); amante (n=2); nipote e fidanzato (rispettivamente n=1) .
Il nostro Paese deve fare ancora molto affinché le quattro P della Convenzione di Istanbul vengano attuate.
Come Centri di Ascolto siamo presenti per sostenere le donne nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza.
In allegato le slide specifiche
