Il sindacalismo italiano e il Sessantotto
SETTEMBRE 2018
Agorą
Il sindacalismo italiano e il Sessantotto
di   Roberto Campo

 

L´Istituto Studi Sindacali Italo Viglianesi ha partecipato all’assemblea annuale dello IALHI, l’associazione internazionale degli istituti storico-archivistici e culturali del movimento operaio. L’incontro si è tenuto a Milano, alla Fondazione Feltrinelli, nei giorni 12-14 settembre 2018. Il tema di quest’anno è stato il ‘68, di cui nel 2018 ricorre il 50º anniversario. I tre istituti che fanno capo a Cgil, Cisl, Uil (Fondazione Di Vittorio; Fondazione Vera Nocentini; Istituto Studi Sindacali Italo Viglianesi) hanno concordato un intervento unitario, svolto da sottoscritto, sul sindacalismo italiano e il Sessantotto. Nell’intervento, abbiamo evidenziato la peculiarità del ’68 italiano, che ha visto l’anno degli studenti seguito dal ’69 degli operai, nel quadro di una mobilitazione sociale ampia, che al movimento giovanile comune a tante nazioni, ha aggiunto una vasta effervescenza sociale volta al riequilibrio interno dei poteri dopo il miracolo economico nutrito di bassi salari, grandi migrazioni, autoritarismo, classismo. 
Il ruolo del sindacato confederale è stato di primo piano: come ha scritto un dirigente sindacale di quegli anni, l’unità d’azione sindacale sindacalizzò le proteste del ’68. La scelta dei tre maggiori sindacati di non limitarsi ad esercitare la contrattazione in condizioni finalmente migliori di quelle difficili degli anni del boom e dei primi anni sessanta, ma di porsi come soggetto politico complessivo, unificatore di gruppi sociali diversi, promotore di riforme, punto di riferimento unitario per una nazione divisa dalla profonda frattura nord-sud (di cui l’epopea di Reggio Calabria, 1971, sarà un indimenticabile suggello), ha creato lo spazio per ricomporre la rottura consumata nel 1948-50. Nell’ottobre del 1968, ad esempio, le tre organizzazioni sindacali respinsero le politiche meramente restrittive adottate dal governo per prevenire l’incombente crisi economica, e lanciarono una piattaforma politica unitaria di carattere generale con obiettivi quali le politiche dei prezzi, gli affitti, la salute. Se le spinte dal basso sono state incanalate, sono però anche state raccolte con modalità e regole, soprattutto nella rappresentanza nei luoghi di lavoro: la stagione dei Consigli di Fabbrica, dal 1970 incardinati sulle Rappresentanze Sindacali Aziendali previste dallo Statuto dei Lavoratori, ha dato alle istanze di base istituzioni per esprimersi. Sessantotto e Autunno Caldo: anni di conflitto, ma è a quello stesso periodo che possiamo far risalire gli inizi di un’attitudine al dialogo sociale.
Ad esempio, fu il 9 marzo del 1968 che ebbe luogo una conferenza nazionale sulla programmazione economica che coinvolse governo, associazioni degli imprenditori e sindacati. Per quanto riguarda il sindacato, l’eccezionale mobilitazione sociale del 1968-69 fu anche il prologo che diede vita alla stagione unitaria che durò per tutti gli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Si cominciò nel gennaio del 1968, con un documento comune su un ampio spettro di temi, dal salario alle riforme sociali, e si giunse alla costituzione della Federazione Unitaria CGIL-CISL-UIL (19721984). Come anche per il rapporto tra lo spontaneismo dei delegati di gruppo omogeneo e il loro recepimento-istituzionalizzazione dentro i Consigli di Fabbrica e le Rappresentanze Sindacali Aziendali, anche nel caso dell’unità sindacale la soluzione trovata non soddisfece le componenti che volevano andare oltre, fino all’unità organica, ma fu un compromesso che probabilmente permise al massimo di unità sindacale realmente possibile all’epoca di realizzarsi e di tradurre la protesta, almeno in parte, in conquiste sociali durature. Oltre al dibattito sul ’68, l’Assemblea Annuale IALHI ha visto diversi momenti di confronto di carattere più tecnico, su modalità e tecniche di tenuta degli archivi storici e di fruizione anche digitale dei loro contenuti. Nelle intenzioni dei tre istituti storico-culturali di CGIL, CISL, UIL, l’occasione dell’intervento unitario in occasione dell’Assemblea IALHI dovrà essere un primo momento per ulteriori momenti comuni, anche sulla conservazione e fruizione del patrimonio documentaristico del sindacalismo italiano.
 
 
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