Odio razziale contro Rom e Sinti  - Guglielmo Loy
Aggressione razzista a Paolo Cagna Ninchi, Presidente di UPRE Roma: la condanna della UIL
Necessario il riconoscimento della popolazione Romanì
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09/11/2016  | Immigrazione.  

 

Roma 9 novembre 2016 – La UIL condanna fermamente l’aggressione razzista subita da Paolo Cagna Ninchi, presidente dell’associazione “Upre Roma”, entità impegnata  in attività e progetti contro la discriminazione e per l’inclusione delle comunità rom e Sinti. Ninchi è stato aggredito nei pressi della sua abitazione a Milano, in quanto “marito della zingara che va in televisione” (parole testuali dell’aggressore rimasto sconosciuto). Il riferimento è alla moglie di Paolo, Djiana Pavlovic, attrice ed attivista di origine Sinti da tempo impegnata in campo sociale. Djiana è stata anche uno sponsor importante della campagna per la riforma della legge sulla cittadinanza “L’Italia sono anch’io”.

 

Il Presidente di Upre ha riportato serie ferite a causa dell’aggressione, certamente motivata dal clima d’odio da tempo istigato anche mediaticamente contro le popolazioni Romanì.

 

Molte sono state le entità e le personalità che hanno condannato l’aggressione e offerto solidarietà alla vittima, tra queste l’Ufficio Anti Discriminazioni Razziali.  

 

Nel ringraziare quanti hanno voluto manifestare vicinanza umana e solidarietà al Presidente di Upre ed al popolo di Rom e Sinti, ci chiediamo se le autorità non sentano la necessità è l’urgenza di avviare una campagna mediatica di sensibilizzazione e di lotta alle discriminazioni ed all’emarginazione verso una componente della popolazione che conta in Italia oltre 160 mila persone. Popolazione tenuta ai margini della convivenza civile e spesso segregata in campi di raccolta malsani ed a volte illegali.

 

La UIL sostiene da tempo e ribadisce la necessità di un riconoscimento della popolazione Romanì, quale minoranza linguista e culturale, condizione che aiuterebbe una loro maggiore inclusione sociale, così come previsto dalle normative dell’Unione Europea.

 

Allo stesso tempo dobbiamo saper valorizzare - indipendentemente dalla etnia di provenienza - il contributo di vive e lavora accanto a noi nel rispetto della civile convivenza, isolando comportamenti di autoesclusione e violazione delle leggi dello Stato.

 

Dipartimento Politiche Migratorie della UIL