Immigrazione  - Ivana VERONESE
Coronavirus e recrudescenza di ebola, cocktail micidiale in Congo-K
africani-perhe-emigrano.jpg
26/05/2020  | Immigrazione.  

 

By Cornelia Toelgyes on Aprile 14, 2020

 

In piena pandemia coronavirus si è risvegliato anche ebola nella Repubblica Democratica del Congo. Due pazienti sono morti della febbre emorragica in questi giorni eppure tutti erano convinti di essersi sbarazzati delle temibile virus. I primi di marzo l’ultimo paziente era stato dimesso e l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbe dovuto dichiarare il Paese “ebola free” proprio oggi.

 

Ebola imperversa ancora nel circondario di Beni nella provincia del Nord-Kivu, dove dal 1° agosto 2018 è scoppiata l’epidemia, mentre a Ituri, altra zona toccata dalla mortale malattia, finora non sono stati registrati nuovi casi.

 

Il 9 aprile è decedutoun giovane elettricista di 26 anni, mentre oggi una bimba di solo 11 mesi. Era ricoverata nella stessa clinica dove è stato curato l’altro sfortunato paziente. Ora si cerca di rintracciare i contatti delle due vittime. Finora 215 sono stati identificati e messi sotto osservazione. Sabato mattina un gruppo di giovani ha tirato pietre contro un team di operatori dell’OMS, mentre questi stavano effettuando la decontaminazione dell’abitazione dell’elettricista. Gli addetti alla disinfestazione sono scappati a gambe levate per evitare il peggio. Parte della popolazione ha sempre pensato che ebola fosse un’invenzione del governo, figuriamoci se ora accetta una recrudescenza della patologia.

 

Il direttore generale di OMS,Tedros Adhanom Ghebreyesus in un suo tweet del 10 aprile scorso ha scritto: “temiamo che potranno verificarsi altri casi di ebola”. Finora ha terribile malattia  ha ucciso 2.274 persone.

 

Nel frattempo anche il coronavirus continua la sua folle corsa nella ex colonia belga. A tutt’oggi sono stati confermati 234 positivi a Covid-19, le vittime sono state 10. Almeno due casi sono stati registrati anche a Beni; si tratta di un uomo e di una donna, tornati nei giorni scorsi dall’estero. Attualmente i due sono stati messi in quarantena.

 

Ieri notte miliziani maï maï hanno ucciso due persone a Oicha, nel territorio di Beni. I maï maï sono guerrieri tradizionali,  che si sottopongono a iniziazioni magiche e partecipano a riti esoterici; erano molto attivi negli anni ’90. Sono comparsi per le prime volte nelle guerriglie subito dopo l’indipendenza, nel 1960. Da tempo sono responsabili di molti focolai di rivolta scoppiati in tutto il Kivu. Dovrebbero proteggere la popolazione, ma di fatto quasi mai è così: razziano, rapinano, violentano…

 

Nella stessa zonasono stati liberati proprio oggi 26 ostaggi, tra questi anche 4 donne e un bambino. Una fonte della società civile del luogo ha fatto sapere che il loro rilascio fa seguito ai violenti combattimenti che si sono svolti due giorni fa a Adakamba tra le forze armate congolesi e miliziani di Allied Democratic Forces (ADF), un’organizzazione islamista ugandese, presente anche nel Congo-K dal 1995.

 

Non si arrestano nemmeno gli attacchi di altri gruppi armati. Una settimana fa 3 cinesi e un soldato delle forze armate congolesi (FARDC), addetto alla sicurezza degli espatriati, sono stati uccisi da un gruppo di uomini armati nel villaggio di Sumbabho, nell’area di Irumu, nella provincia di Ituri. Durante l’aggressione è stata portata via anche una grande quantità di oro. I cinesi erano impiegati di una società attiva nel settore dell’estradizione aurifera. Nella stessa provincia sono stati ammazzati alte tre persone a una quarantina di chilometri da Bunia, capoluogo di Ituri.