Nel corso dell'incontro odierno con il Coordinatore del Ministero per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, abbiamo ribadito che la scelta di puntare su una Zes unica continua a essere sbagliata: potrà essere, infatti, un'importante leva di politica industriale per il Mezzogiorno solo se specializzata in alcuni settori strategici e se legata al sistema portuale delle regioni del Sud.
Il semplice accorpamento e allargamento territoriale, se non accompagnato da un'importante dotazione economica e finanziaria, rischia di far fallire miseramente l'obiettivo di attrarre investimenti privati, finalizzati al rilancio produttivo del Mezzogiorno. In tal senso, la precarietà temporale delle misure di vantaggio, previste nel decreto Sud, rappresenta un disincentivo, mentre il loro carattere nazionale, definito nel Decreto Primo Maggio, potrebbe costituire un indebolimento del progetto di sviluppo della Zes.
È giunto il momento, quindi, di azzerare quelle incertezze normative e regolamentari che potrebbero provocare disorientamento fra gli investitori, far inceppare le procedure progettuali già avviate sui territori e, persino, aprire le porte a un contenzioso fra lo Stato e le imprese.
Il Governo, comunque, non perda altro tempo e sblocchi questa importante leva di politica industriale per il rilancio del Mezzogiorno, apportando i correttivi necessari a renderla uno strumento efficace per lo sviluppo del Paese.
Roma, 2 maggio 2024