Se desideriamo una crescita del nostro mercato del lavoro, dobbiamo avere come obiettivo la qualità del lavoro che si crea.
Per la UIL questo è un punto fermo.
Benissimo i 905 mila occupati in più nel I trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma leggiamo il dato attentamente: l'occupazione temporanea è maggiore di quella stabile e cresce con percentuali 8 volte maggiori di quella permanente; l'incidenza della prima aumenta mentre la seconda si riduce. Un quadro, quindi, poco rassicurante.
Abbiamo poi ancora aperta, e lampante nei dati Istat, la questione Mezzogiorno.
I tassi di disoccupazione e di inattività di questa grande area del Paese continuano ad essere più alti delle altre due macro aree, raggiungendo picchi elevati soprattutto tra la componente femminile.
Sullo stato di disoccupazione e di inattività, a pesare maggiormente sono i bassi titoli di studio e i motivi familiari che oggi vedono oltre 2,9 milioni di donne inattive in confronto a 135 mila uomini.
A queste criticità, va aggiunta la questione giovanile. Sono tanti i giovani disoccupati e Neet che vanno seguiti, accompagnati e indirizzati verso percorsi di inclusione nel mercato del lavoro basati sulla qualità degli strumenti di ingresso.
Come UIL siamo fermamente convinti che alla base della ripartenza "qualitativa" e continuativa del nostro mercato del lavoro, sia necessario lavorare, tutti insieme, per affrontare: il contrasto alla precarietà, lo sviluppo del Mezzogiorno, il gap occupazionale di genere ed il lavoro giovanile.
Roma, 13 giugno 2022