RETRIBUZIONI LAVORATORI DIPENDENTI  - PierPaolo BOMBARDIERI
Bombardieri: Ancora forti, nel nostro Paese, le disparità salariali
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16/12/2020  Sindacato.  

 

 

Le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti, in Italia, restano basse e aumentano sempre più le differenze con chi vive situazioni di sofferenza lavorativa: giovani, donne, precari. Forte il peso di un sistema fiscale ormai sempre più iniquo, ma a fare la differenza nei portafogli delle lavoratrici e dei lavoratori è la presenza della contrattazione di secondo livello.

 

È quanto è emerso dalla seconda rilevazione dell´Osservatorio nazionale sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti riferiti al periodo pre-covid (anno 2019) realizzata dal Centro Studi della Uil, presieduto da Luigi Angeletti, in collaborazione con Ipazia Ricerche.


Fortissime le disparità salariali di genere, nonostante i dati raccolti si riferiscano tutti alla contrattazione nazionale. A livello aggregato, una donna percepisce una retribuzione netta pari a 1.367 €, 110 € in meno di un uomo (1.477 €). Questo differenziale aumenta in modo consistente se si circoscrive l’attenzione sui lavoratori/lavoratrici con un basso inquadramento: la busta paga mediana netta di un uomo si attesta a 1.418 €, mentre quella di una donna si ferma a 1.200. Si registra, pertanto, un differenziale di circa 220 € (il 15%): un’enormità che appare poco giustificabile in un mercato del lavoro che dovrebbe garantire la parità di genere.


Eliminare il Gender Pay Gap significa far crescere l’occupazione femminile. E far crescere l’occupazione femminile fino al 60% equivale a far crescere il PIL del 7 %. Una battaglia prima di tutto economica.

 

Rilevanti e assolutamente ingiustificati i differenziali legati alla durata dei contratti. Un lavoratore dipendente con un contratto a tempo determinato guadagna sempre 180 € in meno rispetto al suo omologo a tempo indeterminato e questo indipendentemente dal tipo di inquadramento: per i dipendenti con un basso livello d’inquadramento, le retribuzioni mediane nette si attestano a 1.200 € vs 1.380 (det. vs. ind.); per quelli con un inquadramento medio si attestano a 1.300 € vs 1.480.


In ultimo, è importante evidenziare uno dei fattori che incidono maggiormente sui differenziali salariali dei lavoratori dipendenti in Italia: la contrattazione integrativa di II livello fa aumentare le buste paga di circa 140-150 €.


Questi dati sono stati commentati dal Segretario generale della UIL, PierPaolo Bombardieri. “Si conferma quanto il Sindacato sostiene ormai da molti anni: nel nostro Paese ci sono ancora forti disparità nelle retribuzioni sia a livello contrattuale, che in funzione di alcune specifiche caratteristiche dei lavoratori, in primo luogo a livello di genere. Inoltre, appare in tutta evidenza che la contrattazione di secondo livello rappresenta uno dei fattori strategici per contribuire a realizzare una più equa politica redistributiva, migliorare le condizioni di lavoro, conciliandole con le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che per rendere maggiormente competitive le aziende”.