CORONAVIRUS  - Ivana VERONESE
Veronese: non trascurare allarme Inail su morti e contagi sul lavoro
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23/11/2020  Occupazione.  

 

 

La seconda grave ondata di contagi non ha risparmiato nemmeno le lavoratrici e i lavoratori. A dirlo è il decimo report elaborato da Inail nel quale si osserva come, al 31 ottobre 2020, il 9,8% dei contagi nazionali - 1 su 10 - sia avvenuto in ambito lavorativo. E se a settembre si erano registrati 1.700 casi in più, ad ottobre l'incremento è stato notevolmente più preoccupante: 12mila nuove denunce di infezione da Covid-19 di origine professionale.

Ad essere contagiate sul lavoro sono sempre di più donne - sette su 10 - e lavoratori o lavoratrici giovani, con un'età media di 47 anni appena. I settori più colpiti quelli della sanità e assistenza sociale, con il 69,8%, e dell'amministrazione pubblica, con l'8,7% delle infezioni denunciate.


Ma i dati più allarmanti riguardano soprattutto i casi di denunce di infortunio mortale che, ad ottobre, hanno raggiunto i 332 casi, un terzo di quelli totali denunciati all'INAIL.
Sebbene sia oramai tristemente nota l'elevata percentuale di decessi che continua a colpire i settori della sanità (21,6%) e dell'amministrazione pubblica (10,2%) è impossibile non osservare il dato significativo riguardante sempre la gestione Industria e servizi e in particolare i settori delle attività manifatturiere, del trasporto e magazzinaggio, del commercio e delle costruzioni: quasi il 44,5% dei decessi si è registrato in questi settori.


Come UIL, siamo convinti che non sia possibile trascurare in alcun modo questi dati. Dobbiamo, riportare l'attenzione sulla necessità di maggiori e più severi controlli alle attività produttive, sull'attuazione del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro - aggiornato il 24 aprile - e sul rispetto delle misure di prevenzione e protezione, a salvaguardia della tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori che, soprattutto in questa seconda grave andata di contagi, rischiano ogni giorno la loro vita sui luoghi di lavoro.