DON’T GIG UP  - Ivana VERONESE
Veronese: protezione sociale e certezza retributiva per chi lavora attraverso piattaforme digitali
13 proposte per superare i rischi e i limiti della “gig economy”
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21/01/2020  Occupazione.  

 

 

Oggi a Roma, presso la sede del CNEL, si è tenuta la conferenza finale del progetto “Don’t GIG up! Estendere la protezione sociale ai lavoratori della GIG economy”, in cui sono state presentate e discusse con esperti internazionali 13 proposte politiche per contrastare l’abuso dei contratti atipici, promuovere l’attività sindacale, migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni dei lavoratori delle piattaforme digitali.

Il progetto “Don’t GIG Up!”, cofinanziato dalla Commissione Europea, è stato realizzato da una rete di centri di ricerca e sindacati da Italia, Francia, Germania, Polonia, Spagna e Svezia, tra cui la Fondazione Giacomo Brodolini e la UIL per il nostro Paese.

Sono diversi, ormai, i settori e le occupazioni - ha commentato la Segretaria Confederale Uil, Ivana Veronese - in cui la cosiddetta gig economy, dove il lavoro è prestato tramite piattaforme digitali come Glovo, Uber e Clickworker, prova a imporsi, spesso proponendo un modello economico in cui paga e orari di lavoro diventano funzione diretta di consegne e “lavoretti” estemporanei. Per molti aspetti si tratta di un modello che soddisfa il consumatore, mettendo, però, a dura prova le tutele lavorative e sociali.

Durante i due anni del progetto, i partner hanno sviluppato un percorso di analisi e confronto con approfondimenti su iniziative e pratiche d’interesse nei Paesi coperti. Per quanto concerne l’Italia sono state analizzate la Carta di Bologna, il contratto della logistica, che ha disegnato regole per i “rider” nell’ambito del lavoro subordinato, e le attività di Networkers, il coordinamento dei lavoratori su piattaforme digitali del sindacato UILTuCS.

I lavoratori delle piattaforme - ha concluso Veronese - così come più in generale i tantissimi lavoratori precari che esistono nel nostro mercato del lavoro, nazionale ed europeo, devono essere al centro del lavoro, delle azioni e anche delle proposte politiche di un Sindacato che sappia e voglia collocarsi con efficacia nella contemporaneità. Non possiamo trincerarci dietro un giudizio negativo della tecnologia e della digitalizzazione: dobbiamo chiedere e ottenere protezione sociale, certezza retributiva e previdenziale.

 

 

 

Roma, 21 gennaio 2020