XII CONGRESSO  - PierPaolo Bombardieri
XVII Congresso, si parte
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13/12/2017  | Organizzazione.  

 

 

Siamo ai nastri di partenza: a strettissimo giro prenderà l’abbrivio la fase di partecipazione ed elaborazione congressuale che avrà il proprio culmine a Roma, presso il Convention Center “La Nuvola”, dal 21 al 23 giugno. Siamo disposti a correre il rischio di sembrare demodé, perché siamo convinti che dibattito, ascolto e confronto debbano restare le direttrici democratiche che fanno crescere le comunità. E’ il nostro dna che rifiuta l’egoismo ed il nuovismo, perché siamo certi che la solidarietà e la memoria siano i pilastri dell’azione sindacale.

 

Ci affacciamo a questo grande appuntamento con un bilancio, magari migliorabile, ma certamente positivo ed un bagaglio ricco di speranze, progetti e motivazioni. E, soprattutto, con una straordinaria passione che non passa; la passione che ci porta a sottrarre, talvolta, significativo tempo alle nostre famiglie, ai nostri affetti e alla sfera personale, ma per un fine che riteniamo preminente e nobile: dedicarci agli altri. Il nostro motore continua ad essere il miglioramento delle condizioni di vita di lavoratori, pensionati e giovani, perché una società di donne e uomini che contano sulla loro dignità, sui loro diritti e su un essenziale benessere è una società più giusta, libera ed efficiente.

 

Ci apprestiamo a lasciarci alle spalle un quadriennio complesso in cui i colpi della crisi hanno morso in modo vigoroso e noi stessi siamo stati impegnati su molteplici fronti, dovendo anche respingere il tentato affondo ai danni di chi media, intermedia, organizza e rappresenta. Lo ricordiamo a noi stessi: i cittadini ed i lavoratori ripongono notevole fiducia in noi SIndacato, ben oltre quella che indirizzano al mondo della politica; basti pensare che se l’affluenza media alle urne per le consultazioni amministrative è quella che si è concretizzata per il recente rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana non solo è meno della metà degli aventi diritto di voto, ma è decisamente doppiata dalla partecipazione nei luoghi di lavoro per le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori. Siamo in buona salute.

 

Intanto, contro ogni pronostico abbiamo ottenuto il rinnovo di numerosi contratti, una misura strutturale contro la povertà assoluta e di rimettere mano alle pensioni cominciando a restituire il maltolto. Abbiamo sensibilizzato, sollecitato e condizionato l’Esecutivo, le Camere e l’opinione pubblica circa diverse questioni per le quali abbiamo anche ottenuto straordinarie risposte di mobilitazione.

 

Al nostro interno abbiamo continuato a mettere a punto la revisione della nostra macchina operativa in chiave più snella, trasparente, inclusiva e moderna, esattamente in continuità con le coordinate di Bellaria - ribadita alla Conferenza di Organizzazione di Roma un anno fa - per essere più pronti dinanzi alle sfide che ci attenderanno. Ci stiamo attrezzando e rinnovando in modo autonomo, autodeterminandoci, non solo perché Pietro Nenni aveva ragione ribadendo il suo ormai celebre “rinnovarsi o perire”, ma perché siamo riformisti non solo a parole e lo siamo dapprima nella nostra essenza; dunque, rilanciando un rinnovato alfabetismo costituzionale non accettiamo lezioni dirigiste da nessuno o aut aut che hanno il sapore di deriva liberticida.  Sappiamo cavarcela da soli perché siamo un popolo vasto, eterogeneo in cui ognuno fa la propria parte, perché UIL fa rima con “Noi”.

 

Guardando avanti, il futuro prossimo è incerto, con un quadro politico nebuloso, muscolare e instabile. Non sappiamo che Governo e Parlamento troveremo in piena nostra assise.

 

Ma partiamo da un punto inamovibile: pensiamo che si debba hic et nunc mettere al centro dell’agenda del Paese, della politica e degli stakeholders, la persona, con le sue fragilità, i suoi bisogni - vecchi e nuovi - e le sue  aspettative. Noi lo facciamo quotidianamente dal 1950 sui luoghi di lavoro, negli ambiti pubblici e privati e nelle sedi sindacali; anche attraverso i nostri servizi, che erogano prezioso valore in modo molto spesso volontario e certamente qualificato. Peraltro, si appresta a “vivere” sulle scrivanie di ogni operatore, collaboratore, quadro e dirigente della nostra Organizzazione, proprio la carta dei Servizi della UIL perché polmone della nostra Agenda 2018 che si rivelerà strumento utile, fluido, intuitivo.

 

Pertanto, il Congresso sarà un’occasione unica per leggere la società, che muta lungo i binari dell’invecchiamento e dell’impoverimento e che si trasforma sull’alta velocità dell’innovazione tecnologica. Tra le argomentazioni che dibatteremo non mancheranno le sfide più avvertite dai cittadini a partire dalla necessità di contrastare le troppe ed insopportabili disuguaglianze, iniziando ad invertire il trend di crescita del gap ricchi-poveri, sino alla costruzione di politiche ed azioni in grado di rendere equo ed universale l’accesso ai servizi primari e fondamentali. Faremo in modo di porre sotto i nostri riflettori il Lavoro, quello sfruttato o malpagato, sommerso o che non c’è. Saremo indotti a riflettere non solo sull’estesa dimensione della disoccupazione giovanile, ma anche sull’immobilità sociale, un ascensore che ormai si è fermato. I nostri ragazzi rappresentano la prima generazione che non starà meglio dei propri padri. Intanto, il nostro artigianato d’eccellenza non trova sponde istituzionali e taluni distretti industriali fiore all’occhiello del made in Italy continuano ad essere in via di smantellamento, mentre white esilver economy non vengono ancora comprese come opportunità di giustizia sociale e di rilancio occupazionale ma soltanto come costo improduttivo. Ricerca e Prevenzione sono due parole chiave purtroppo marginalizzate ed ormai residuali su cui invece il sistema Paese dovrebbe crederci con assoluta fiducia. La solidarietà intergenerazionale e l’attenzione alle fragilità altrui deve divenire un punto di forza e non di discriminazione. Dobbiamo continuare a sostenere le centrali ragioni dell’irrobustimento dei redditi - arrestando l’avanzata delle sacche di impoverimento relativo - e della rimodulazione di un fisco che diventi più leggero ed equo. Non possiamo non guardare alla valorizzazione del “fattore D”, puntando sulle capacità delle donne lavoratrici e mamme aiutandole a sprigionare potenzialità sinora inespresse, sostenendole nella genitorialità e nel lavoro di cura e accelerando sulla riduzione del divario di genere nella progressione delle carriere. Senza dimenticare, naturalmente, la battaglia ad ogni vile violenza di genere.

 

Ci dovremo interrogare, inoltre, su quale sia il più idoneo modello di sviluppo. D’altronde il PIL in autosufficienza è già archiviato dall’ingresso di taluni indicatori di sviluppo sostenibile. La traiettoria della crescita dovrà essere sempre più attenta alle dinamiche sociali, ambientali e culturali oltre che economiche.  In sostanza, avremo modo di definire una visione prospettica che protegga il cittadino dai rischi -  a cominciare dalla salute -, valorizzi il lavoro e restituisca sicurezza, investendo in infrastrutture sociali e servizi pubblici senza respingere il supporto dell’idea di sussidiarietà circolare.

 

Abbiamo in testa che occorra più coesione e perequazione tra territori lontani, creando cerniere e ponti, non muri in uno Stivale composto da lepri e tartarughe la cui distanza è siderale.

 

Tutte queste sfide possono avere maggiore energia se con l’ostinazione di Carmelo che ci segnala ormai a cadenza settimanale proseguiamo lungo il sentiero dell’unità sindacale.

 

Se qualcun altro fa la politica dello struzzo nascondendo la testa nella sabbia, noi intendiamo affrontare a viso aperto tali criticità le cui risposte connoteranno il cammino del nostro Paese nei prossimi lustri.

 

Il Congresso alla Nuvola, dunque, ci darà l’opportunità di ragionare sulla rotta da consolidare, essendo ben consci che - come asseriva Seneca - “non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare”. Non è il caso nostro e allora, compagni ed amici: Avanti tutta, a vele spiegate.