FEMMINICIDIO  - Alessandra MENELAO
Femminicidio 2018: i numeri di una strage infinita
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22/11/2018  | Mobbing&Stalking.  

 

 

Le vittime di femminicidio, ovvero le donne uccise,  quest’anno sono state 83 .I dati elaborati con un lavoro meticoloso dal Centro di Ascolto UIL  sono stati estrapolati facendo riferimento alla seguente definizione di femminicidio  del Devoto – Oli  2009:“qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una  sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”.

 

Il Nord ancora una volta si è confermato come l’area più a rischio (48%), davanti al Sud (23%)., al Centro (17%) e alle Isole (12%). Per quanto riguarda le regioni la Lombardia si conferma la regione dove si verificano la maggioranza dei femminicidi (19%), davanti alla Campania (12%), al Piemonte (10%), alla Sicilia (8%), al Veneto(6%), al Lazio (7%), alla Liguria, alla Toscana e alle Marche (rispettivamente 5%), al Trentino Alto Adige e all’Emilia romagna, alla Sardegna e all’Abruzzo (rispettivamente  4%), e, infine Calabria, Basilicata, Puglia (rispettivamente 2%) e Friuli Venezia Giulia (1%).

La maggior parte delle vittime ha un'età compresa tra i 31 e i 40 anni (19%), fra i 51 e i 60 anni (18%) fra i 41 e i 50 anni (17%) .

La maggior parte delle donne vengono uccise dal proprio compagno o dal proprio marito (65%). Si conferma il dato che dentro case le donne non sono sicure. Gli ex compagni che commettono femminicidi rappresentano il (6%); gli amanti il  (4%) e i fidanzati (1%).Se sommiamo questi dati gli autori del reato che hanno o hanno avuto una relazione affettiva con le vittime rappresentano il 76% del campione totale.

Il dato inquietante di quest’anno è rappresentato dal fatto che gli uomini oltre a uccidere le mogli uccidono anche la loro prole (7%).

Si è visto che gli uomini uccidono di più in primavera (41%) e in estate ( 27%).

Alla luce di questi dati al «Tavolo Tecnico del Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020». Unitariamente con CGIL E CISL  abbiamo fatto alcune richieste affinchè il tema della violenza contro le donne sia costruito con azione concrete che prevedono l’affrancamento delle donne da ogni forma di violenza:

Maggiore attenzione verso la preparazione oggettiva degli operatori e delle operatici dei centri antiviolenza e del personale dei ministeri che devono seguire le varie azioni. La formazione delle lavoratici dei settori pubblici e privati deve vedere coinvolte anche con le organizzazioni sindacali.

 

Avvio del Tavolo tecnico per il monitoraggio sull´utilizzo del congedo indennizzato per le donne vittime di violenza maschile (art. 24 del Dlgs. N.80 del 15 giugno 2015; Circolare Inps n. 65 del 15 aprile 2016).

 

Rifinanziamento del Fondo per la contrattazione aziendale della conciliazione vita-lavoro estendendolo anche alla contrattazione contro le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro.

 

Ripristino del Fondo per le Pari Opportunità.

 

Ampliamento da 3 a 6 i mesi del periodo di congedo per le vittime di violenza e renderlo realmente fruibile salvaguardando la privacy delle vittime.

 

Chiarezza dell'ter attuativo degli incentivi per le cooperative sociali che assumono donne vittime di violenza.

 

Verifica della governance per gli incentivi all’assunzione delle donne vittime di violenza.

 

Allargamento dei predetti incentivi anche alle altre aziende che intendono assumere donne vittime di violenza.

 

Previsione di incentivi fiscali per la formazione delle vittime di violenza di genere incluse in percorsi di inserimento e reinserimento sociale e lavorativo.

 

Estensione dell'Accordo Quadro Europeo sulle molestie nei luoghi di lavoro a tutte le lavoratrici degli altri settori.

 

Rilancio e verifica del funzionamento del ruolo dei Comitati Unici di Garanzia (CUG) per le lavoratrici del pubblico impiego e della pubblica amministrazione, come previsto nel Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020».

 

Reintegrazione o Finanziamento certo dei fondi per le vittime e per gli orfani di femminicidio, con l'attuazione dei decreti attuativi.

 

Superamento del limite del 33% dei finanziamenti del Fondo Antiviolenza da destinare ai nuovi Centri Antiviolenza. Con l´obbligo di avere indicatori certi di qualità degli enti gestori dei Centri prima di aprirne di nuovi. Al fine di evitare che le poche risorse disponibili finiscano a soggetti improvvisati che non hanno sufficiente esperienza e competenze specifiche.

 

All'interno del Tavolo rimarremo attente affinché le nostre richieste unitarie vengano inserite all'interno del Piano.