100 anni dell’aula di Montecitorio
NOVEMBRE 2018
Attualità
100 anni dell’aula di Montecitorio
di   Sara Tucci

 

 

L’aula di Montecitorio ha festeggiato il suo centesimo anno di vita lo scorso 20 novembre. Progettata dall’architetto Ernesto Basile, esponente del modernismo internazionale e del Liberty ed inaugurata il 20 novembre del 1918, periodo coincidente con la fine della Prima Guerra Mondiale, quest’aula è stata protagonista di ben cento anni della nostra storia politica. È in quello stesso giorno, infatti, che oltre ad inaugurare la prima seduta nella nuova aula, si celebrò anche la fine della Grande Guerra, tanto è vero, che il resoconto stenografico di quella seduta descrive di un’aula gremitissima: “Tutte le tribune sono affollatissime. Vi si notano molti ufficiali dell’ Esercito e dell’Armata italiana e degli Alleati. Nella tribuna pubblica prende posto, fra la generale commozione, una rappresentanza di ciechi e mutilati di guerra…”.

È successo di tutto in quell’emiciclo in questi anni, dal periodo fascista e quindi dalla dittatura, ai momenti con la più alta forma di democrazia. Quelle mura sono intrise della nostra storia, da alti dibattiti politici, ideologici, da momenti solenni fino anche a momenti di tensioni e di bagarre. Quelle mura hanno vissuto gli anni di Mussolini e della sua dittatura, hanno ascoltato il suo discorso di insediamento il 28 ottobre 1922:“Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”.

Momenti duri e di forte tensione sono avvenuti in quell’aula quando il 30 maggio 1924 il socialista Giacomo Matteotti denunciò i brogli elettorali a seguito della vittoria fascista: “L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida in tutte le circoscrizioni. Nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà, esiste una milizia armata”. Ed è dopo qualche giorno, che, a seguito delle sue dichiarazioni, venne ritrovato morto con tanto di ammissione di responsabilità da parte del Duce: “Io dichiaro che assumo io solo la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! A me la colpa”. Negli anni a seguire, durante la sua dittatura, la Camera dei Deputati divenne la Camera dei Fasci e delle Corporazioni i cui membri non più chiamati deputati, erano invece consiglieri nazionali, i quali non venivano eletti ma ne entravano a far parte di diritto e in numero variabile, in quanto componenti del Gran consiglio del fascismo o ad esempio perché iscritti al Consiglio Nazionale del Partito Fascista.

La Camera era, ovviamente senza opposizione, e proprio in quegli anni, in quell’aula furono approvate le leggi più vergognose che abbia conosciuto l’Italia: le leggi razziali. Ma è in quella stessa aula che sono stati vissuti momenti di luce per il nostro Paese con l’inizio dei lavori dell’Assemblea Costituente nel 1946 e terminati il 31 gennaio del 1948 dando vita alla Costituzione della Repubblica Italiana. E ancora, è in quell’emiciclo che sono trascorsi altri momenti chiave della nostra storia repubblicana: dalle battaglie parlamentari per la legge sul divorzio o per i trattati europei, all’elezione di Nilde Iotti prima donna ad essere eletta Presidente della Camera. Dal rapimento di Aldo Moro durante gli “anni di piombo” da parte delle Brigate Rosse, il giorno in cui proprio alla Camera era in programma il voto di fiducia al governo di solidarietà nazionale guidato da Giulio Andreotti, fino ad arrivare al processo di “mani pulite” e quindi, alla fine della cosiddetta Prima Repubblica.

È sempre a Montecitorio che il socialista Bettino Craxi ha tenuto uno dei suoi discorsi più famosi nel luglio del 1992: “E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale. I partiti, specie quelli che contano su appartati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro”.

Da lì, l’inizio della Seconda Repubblica, e quindi la storia più attuale, dall’ascesa di Berlusconi, alla crisi dei partiti “tradizionali”, fino ai giorni nostri ovvero con l’inizio, ormai, della cosiddetta Terza Repubblica. Questi momenti e non solo, sono stati ricordati il 20 novembre scorso in una cerimonia alla presenza delle più alte cariche dello Stato: dal Presidente della Repubblica Mattarella ai Presidenti di Camera e Senato, da esponenti del Governo fino agli interventi degli storici Alessandro Barbero e Simona Colarizi. Questo susseguirsi di vita politica a Montecitorio, è stato raccontato con un video prodotto da Rai Storia per il quale non sono mancate le polemiche di chi, come gli esponenti di Fratelli D’Italia, ha sostenuto che fosse una cerimonia faziosa senza alcun accenno, oltre che al periodo fascista, anche al comunismo, soprattutto quello degli anni sessanta e settanta e per questo, sono usciti dall’aula e quindi dal coro celebrativo.

Ma polemiche a parte, queste cerimonie oltre che simbolicamente importanti, servono per rivivere la nostra storia, per non dimenticare il nostro passato politico ed anche, si spera, per non commettere più certi errori di mancanza di democrazia, perché è proprio in quell’aula che, come giustamente ha ricordato il Presidente della Camera Roberto Fico: “…si è realizzato e continua a realizzarsi in ogni seduta il senso profondo della nostra democrazia e del dettato costituzionale che si sostanzia nella discussione e nel confronto, nel raggiungimento della giustizia, nel rispetto dei diritti, nella lotta alle diseguaglianze.”. Il Parlamento è il fulcro politico del nostro Paese, è lì che si esprime, mediante la rappresentanza, la volontà popolare ed è proprio da lì che bisogna ripartire e insistere affinché si ricrei quel giusto attaccamento alle istituzioni e soprattutto il rispetto delle stesse. Rispetto e attaccamento, che purtroppo in questi anni, complici anche i tanti, troppi, errori dei nostri rappresentanti politici, sono andati via via perdendosi.

 

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