In quella grande Nuvola abbiamo fatto volare idee, speranze e sogni
GIUGNO 2018
17° Congresso Uil
In quella grande Nuvola abbiamo fatto volare idee, speranze e sogni
di   Pierpaolo Bombardieri

 

 

Grazie ad ognuna delle quasi 4 mila persone accorse nei tre giorni di Congresso - tra chi vi ha lavorato, delegati, ospiti ed invitati provenienti da tutto il Paese - che hanno reso possibile un evento superlativo. In quella grande Nuvola abbiamo fatto volare idee, speranze e sogni, senza i confini che non ci appartengono per storia e dna, perché siamo orgogliosamente laici e riformisti. Abbiamo ancora una volta dato dimostrazione di straordinaria coesione, siamo una comunità che sa includere: quadri, delegati, dipendenti, dirigenti, collaboratori ed invitati di 21 Unioni Regionali, 16 Unioni di Categoria, 6 Servizi confederali, 6 coordinamenti e 4 enti di livello centrale si sono interconnessi, ascoltati ed hanno scambiato opinioni, considerazioni e prospettive.

Crediamo fermamente alla ricchezza generata dallo scambio, dal contatto umano e dalla conoscenza. Ed infatti, la stagione congressuale è durata 39 settimane ed ha visto la concretizzazione di oltre 25 mila Assemblee di base nei luoghi di lavoro o sul territorio, 1400 Congressi delle Categorie, delle Camere Sindacali Territoriali e delle Unioni Regionali, con il coinvolgimento di circa 230 mila iscritti, di cui 53 mila delegati eletti e rappresentanti di leghe e territori, 8 mila delegati di base che si occupano di sicurezza di cui oltre il 40% composto da donne.

E più in generale, si è registrata vitalità in tutte le nostre 6300 sedi sindacali nazionali, nelle quasi 300 nostre sedi estere. Numeri importanti che si traducono in impegno vivo ed appassionato di donne e uomini che hanno compiuto la generosa e coraggiosa scelta di dedicarsi agli altri. E non è un caso se siamo l’unico Sindacato in crescita. Nel 2017 gli iscritti UIL si sono attestati a quasi 2,3 milioni di cui circa 1,4 milioni sono i lavoratori dipendenti in attività, 570 mila i pensionati (30% del totale) e poco più di 300 mila sono coloro che sono iscritti con modalità diverse (seconde affiliazioni) anche in virtù di collaborazioni e rapporti che la UIL vanta con numerose associazioni e aggregazioni.

Abbiamo avuto tra noi decine di delegate madri con i propri figli, in virtù dell’installazione dell’area ludoteca in cui sono stati accuditi oltre 40 bambini intrattenuti con giochi e animazioni da parte di personale specializzato. Quando parliamo di conciliazione vita-lavoro, coniugazione tra doveri e passioni e rilancio del fattore “D” sappiamo di cosa parliamo e lo mettiamo in atto. Fatti, non parole. La presenza dei 96 colleghi delle delegazioni internazionali ci conforta lungo la direttrice del saper fare ed essere rete solida e fraterna, ingrediente necessario affinché il Movimento Sindacale possa vincere le sfide globali tese a ridurre ingiustizie e disuguaglianze. In cima alle nostre priorità c’è il contrasto allo strapotere economico delle banche e delle multinazionali privo di contrappesi e umanizzazione.

Ed è fondamentale il contrasto alle differenze che nel nostro continente e nel mondo registriamo sui diritti civili e sui diritti dei lavoratori. Proprio su questi terreni il sindacato deve essere più affiatato, deve farsi comunità, dimostrandosi capace di contrastare le prepotenze e la negazione dei diritti in qualsiasi parte del mondo accadano. Basta con l’individualismo e l’egoismo sfrenato di una società che si sottomette alla grande finanza disinteressandosi delle persone e del bene comune e del valore collettivo. Rafforziamo la nostra rete, perché spesso anche la semplice circolazione o condivisione di notizie è elemento di libertà. Non indietreggeremo e non faremo sconti a questo né ad altri governi: la forte vocazione europeistica e mondiale dell’Italia e del Movimento Sindacale Italiano. In ogni angolo della Terra se saremo uniti, il popolo sarà più forte.

E di questo si è parlato ed approfondito ampiamente nel nostro diciassettesimo Congresso. Siamo stati capaci di mettereal centro il Lavoro e la Persona con i suoi bisogni. Abbiamo dato prova di saper leggere la società, che muta lungo i binari dell’invecchiamento e dell’impoverimento e che si trasforma sull’alta velocità dell’innovazione tecnologica. Abbiamo acceso i riflettori sul necessario proseguo del rinnovo dei contratti, sulla sicurezza sul lavoro, sulla sfida per un fisco più equo e leggero, per redditi e pensioni più pesanti, sull’ indispensabile varo di un piano di investimenti pubblici per innescare occupazione e crescita.

Abbiamo dibattuto tre giorni sui temi veri, vivi, che riguardano le vite delle persone, le loro quotidianità ed anche il respiro del sistema. Non accettiamo di assistere al contino allargamento della forbice tra ricchi e poveri e non accettiamo lo smantellamento dei diritti primari, essenziali e né il propagarsi del lavoro sfruttato o malpagato, sommerso o che non c’è. Non ci stiamo a vedere crescere la disoccupazione giovanile e con essa l’immobilità sociale. L’ascensore sociale - che si è fermato - deve ripartire, come rimarcato nei numerosi ed appassionati interventi dei nostri delegati e dei nostri dirigenti. La solidarietà intergenerazionale e l’attenzione alle fragilità altrui deve divenire un punto di forza e non di discriminazione.

Ci siamo giustamente interrogati, inoltre, su quale sia il più idoneo modello di sviluppo. L’autosufficienza del PIL è già stata archiviata dall’ingresso di taluni indicatori di sviluppo sostenibile. La traiettoria della crescita dovrà essere sempre più attenta alle dinamiche sociali, ambientali e culturali oltre che economiche. Abbiamo raccontato la nostra voglia di vedere un’Italia meno scollata e meno disomogenea, ma con maggiore coesione e perequazione tra territori lontani, con più cerniere e ponti e meno muri in un Paese composto da lepri e tartarughe, la cui distanza è siderale ed in cui dovremo essere attenti a non lasciare indietro nessuno.

In sostanza, il grande merito di Carmelo e di tutti noi è stato di aver messo in campo una visione prospettica imperniata sul lavoro, sul cittadino e sul territorio. Siamo un universo, una comunità che respira. Siamo ancora qui con più speranza che paura. Con la forza delle idee, dei nostri valori e della nostra capacità di coesione continueremo ad essere bussola ed indirizzo per tanta parte del Paese che soffre, che si rimbocca le maniche e che include. Il nostro volo non si è fermato nella Nuvola. Avanti tutta.

 

 

 

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