L´avvio del nuovo anno scolastico
SETTEMBRE 2018
Attualità
L´avvio del nuovo anno scolastico
di   Francesca Ricci

 

«Questo è il primo anno in cui - salvo pochissime eccezioni – nei banchi scolastici siederanno soltanto giovani nati nel nuovo millennio. È un segno, importante, della vita, della storia e del futuro. Deve farci sentire tutti, nella nostra Italia, ancor più responsabili e ancor più solidali».

Così il presidente Sergio Mattarella, in conclusione del suo discorso durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, a Portoferraio sull’isola d’Elba. L’anno che è appena iniziato si annuncia, per molti aspetti, come l’anno delle ‘prime volte’. Dei ragazzi del nuovo millennio, innanzitutto, quelli a cui fa riferimento il Capo dello Stato. Sono loro a dare la misura e la portata dell’innovazione che ci circonda. Ciò per dire che, accanto a modi di fare e pensare che abbiamo appreso e consolidato, è arrivato inesorabile anche il tempo di formarne di nuovi, probabilmente attraverso modalità che neanche conosciamo. E questo implica una grande responsabilità ma anche la decisione di intraprendere una appassionante innovazione. Sarà la prima volta per chi fa la maturità: quella si fa ogni anno – direte – sì ma oltre all’emozione che accompagna l’esame di Stato quest’anno non si sa ancora come sarà strutturata. Milioni di studenti si misureranno con prove nuove, alcune delle quali sono in fase, neanche troppo avanzata, di messa a punto.

Un rebus del quale si farebbe volentieri a meno e riporta l’attenzione ai tempi della scuola: l’esame si prepara dal primo giorno. Insegnare è un compito complesso e non si improvvisa. La politica dovrebbe aver appreso la lezione: l’anno solare, quello delle leggi di bilancio, dei cambi di governo è diverso dall’anno scolastico, che inizia a settembre e finisce a luglio, che funziona come un orologio, va programmato per tempo, e richiede rispetto. A proposito di prove, sarà la prima volta per l’alternanza scuola-lavoro. Quell’alternanza al centro di molte polemiche sulla sua applicazione e sulle ricadute concrete in termini di esperienza e di apprendimento da parte dei ragazzi. Proprio quell’alternanza che la Uil ha deciso di definire ‘etica’ e di porre nel raggio della propria azione, per far in modo che potesse essere, veramente, una occasione proficua per i ragazzi. Quell’alternanza che, finito il triennio previsto dalla legge, entrerà nell’esame di maturità ma, con quale peso, non è ancora dato di sapere. Sarà la prima volta per molte mamme, alle prese con le molestissime chat di classe: esserne parte non è un obbligo. Restarne fuori può essere una salvezza che conduce, però, all’isolamento. Così mentre psicologi, professori di antropologia culturale, giornalisti si interrogano sulla utilità delle liste di informazione fra genitori, i collegi dei docenti, che tornano a riunirsi, vagliano le possibilità di un dialogo costruttivo e rispettoso tra insegnanti e genitori. Dialogo, che si avverte sempre più, indispensabile e urgente. «La scuola è animata dalle energie e dalle motivazioni di chi vi studia e di chi vi lavora, con dedizione e spirito di sacrificio: presidi, insegnanti, personale non docente. Al tempo stesso, però, deve poter contare sulla collaborazione delle famiglie. Condivisione, partecipazione, dialogo, fiducia sono elementi decisivi per consentire alla scuola di raggiungere i suoi obiettivi». 
Una fotografia, quella tracciata da Mattarella, che guarda alla scuola come ‘comunità educante’. Anche il contratto di lavoro, rinnovato a febbraio, dopo dieci anni di blocco, è al suo primo anno di applicazione. Sarà importante vedere in che modo le norme contenute nel testo contrattuale potranno dare vita a nuove modalità di confronto e di gestione dei rapporti nelle scuole. Un modello, che nell’articolato contrattuale, si sviluppa attorno al concetto di comunità, che punta alla collegialità nelle scelte e nelle decisioni, che riconosce il ruolo di tutte le diverse professionalità della scuola. Spetterà concretamente agli insegnanti, al personale Ata, ai dirigenti mettere in pratica la logica che sottende il contratto e che ha reso possibile il superamento di molte rigidità previste dalla legge. Sarà il primo anno dei nuovi immessi in ruolo; meno di quanti aveva previsto il ministero dell’Economia (che dopo aver aperto i cordoni della borsa, si è visto rispondere, grazie ma non li abbiamo). In realtà il vorticoso sistema di ricorsi che ha stretto la scuola, insieme a anni di logiche errate nel reclutamento e nella gestione successiva di graduatorie e concorsi ha condotto alla situazione paradossale di oggi dove l’immissione in ruolo è diventata una partita a scacchi. Strategica più che matematica. Situazione che non può durare oltre e che il sindacato è impegnato a risolvere direttamente con il Governo. Sarà anche la prima volta dei satelliti: faranno loro la mappatura dei nostri edifici scolastici. Secondo il progetto che dovrebbe partire quest’anno «quasi 40.000 edifici saranno fotografati attraverso il sistema Cosmo-Skymed che è in grado di misurare lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro» – spiegano al Miur. Le informazioni ottenute dai satelliti andranno al Cnr che le elaborerà e ne fornirà una mappatura su cui poi intervenire. La tragedia di Genova, ma anche il perdurare di situazioni di disagio estremo in conseguenza di terremoti, Abruzzo, Marche, Ischia, o delle collusioni e del malaffare, il caso della scuola di Sperlonga, impongono interventi che abbiano una programmazione di breve, medio e lungo termine, in modo da poter intervenire con urgenza ma anche lungimiranza. «La scuola italiana - si dice spesso - ha i suoi problemi. È vero, ma ha anche grandi qualità, e insegnanti valorosi» – ha detto ancora Mattarella. Sono loro, insieme a studenti curiosi, genitori aperti, scuole sicure, comunità dialoganti (e sindacalisti disponibili) a dare il quadro di insieme della nostra scuola statale, quella che ogni anno riparte, per tutti, come fosse la prima volta.
 
 
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