La democrazia oggi
SETTEMBRE 2018
Il Fatto
La democrazia oggi
di   Antonio Foccillo

 

Stiamo vivendo una stagione di cambiamenti, spesso contrari agli interessi generali, che dimostrano, ancora una volta, di essere inadeguati a rappresentare una vera svolta. Troppa distanza, per non dire altro, fra chi decide e chi ne subisce le conseguenze. Oggi, però, le nostre società, proprio per l’assenza di partecipazione democratica vivono una realtà quotidiana in cui si è prodotto: distruzione di ricchezza, impoverimento, attacco al mondo del lavoro, tensioni sociali, crisi del debito, rischio di implosione dello spazio europeo.

Sono gli effetti odierni, da prima, della lunga crisi iniziata nel mondo nel 2007, e, poi, delle misure adottate sull’altare dell’emergenza. Su tutto ciò, si è rischiato di immolare la democrazia europea, per effetto delle imposizioni dei burocrati europei che hanno preteso la costituzionalizzazione delle regole dell’austerità, bloccando, così facendo, qualunque proposizione di modelli economici, sociali e politici alternativi. La causa profonda del processo storico che potrebbe destrutturare la democrazia nella sua ispirazione fondamentale sta proprio nel fatto che la democrazia contemporanea, nata negli Stati–nazione, è stata insidiata dalla globalizzazione e dall’Austerity, cosi come quella classica ha perso terreno dinanzi a un processo di mondializzazione del potere.

Carlo Fusi, analizzando questi accadimenti, sostiene che: “Privati delle loro protezioni ed esposti alla bufera della competizione globale che ha provocato la concentrazione in poche mani di una colossale ricchezza aumentando le disuguaglianze e sgretolato l’intera classe media, le sue certezze ed il suo benessere economico, un numero crescente di cittadini ha cominciato a dubitare anche della bontà dei meccanismi democratici di rappresentanza … il successo travolgente di partiti e movimenti che si dicono populisti e sovranisti dipende dal fatto che recuperano un orizzonte “protettivo” nei riguardi di bisogni considerati irrinunciabili…¹”.

In Italia, inoltre, lo scontro politico ha prodotto l’abbandono della coesione e ogni gruppo politico sostiene solo le tesi del proprio schieramento pertanto sono venute meno quelle posizioni di mediazioni fra interessi diversi e di solidarietà fra le persone. Cosicché l’unità del corpo sociale è stata continuamente divisa: governanti e governati, società economica e società politica, nord e sud, pubblico e privato. Sono aumentate le distanze fra i cittadini perché vi è stata, purtroppo, la crescita della povertà, dilatatasi anche a quei ceti prima considerati non a rischio. Nello stesso tempo ha conquistato terreno il fenomeno di una nuova emarginazione sociale.

Secondo Claudio Cerasa: “L’epoca della disintermediazione non ha generato solo una disaffezione progressiva verso i corpi intermedi, e verso ogni forma di intermediazione, ma ha fatto crescere sempre più nelle nostre società, e nelle nostre famiglie, una necessità di avere...

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