Immigrazione  - Ivana VERONESE
Riapriti Italia
Riaprire l’Italia al lavoro ed alla migrazione legale: una porta aperta, senza steccati e muri
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05/12/2018  | Immigrazione.  

 

Da otto anni l’accesso legale nel nostro Paese per lavoro a tempo indeterminato è virtualmente chiuso, per l’assenza di un adeguato decreto che determini i flussi d’ingresso. La chiusura si è accompagnata ad una crescita esponenziale degli arrivi via mare con un numero molto alto di vittime delle traversate (1.300 finora solo nel 2018). Molti Stati europei (tra cui l’Italia) hanno deciso di rispondere a questo fenomeno con il rifiuto di sbarco a molte navi che soccorrono in mare i migranti in difficoltà, ma anche inasprendo le leggi che negli anni sono state poste a tutela del diritto alla protezione umanitaria ed all’asilo. Il “decreto sicurezza” è ormai legge e sono molti gli aspetti di questa norma che autorevoli giuristi definiscono “di dubbia costituzionalità”.

 

La UIL è certo contraria al traffico di migranti ed al lavoro nero, purtroppo molto diffuso nel nostro Paese. Pensiamo però che – oltre a combattere gli scafisti – il modo migliore sia quello di aprire canali legali d’ingresso, sulla base dei bisogni effettivi dei vari comparti del mercato del lavoro. Vanno sempre e comunque rispettati i diritti fondamentali della persona. Per noi significa: un regolare decreto flussi d’ingresso per lavoro a tempo indeterminato e corridoi umanitari per i profughi.

 

Questo a maggior ragione considerando la grave situazione demografica del nostro Paese. L’Italia perde ogni anno pezzi di popolazione residente, tra calo delle nascite e connazionali che emigrano all’estero in cerca di un miglior futuro. Serve dunque una governance equa e ponderata dell’immigrazione, di cui abbiamo ed avremo bisogno nel futuro. Di tutto questo vogliamo dibattere nell’ambito del Coordinamento Nazionale Immigrati UIL, convocato in occasione della giornata Internazionale del migrante.