Immigrazione  - Ivana VERONESE
Decreto Sicurezza, il governo mette in pausa i lavori al Senato
L’ombra della «trattativa» M5s-Lega sulla prescrizione
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06/11/2018  | Immigrazione.  

 

di F. Q | 6 novembre 2018

 

Roma, 6 novembre 2018 - In mattinata il ministro dell’Interno Matteo Salvini prevedeva che il decreto Sicurezza fosse destinato a passare oggi. Per il momento, però, l’approvazione del provvedimento si sposta un altro po’. Le voci sulla possibile decisione di porre la fiducia al Senato per il momento sono cadute nel nulla così come sembra vana, al momento, la preparazione del maxi-emendamento che dovrebbe accelerare il via libera dell’Aula. E’ stato il governo, infatti, per bocca del sottosegretario agli Interni leghista Nicola Molteni a chiedere una sospensione dei lavori di quasi 3 ore per aggiungere un emendamento (Molteni non ha precisato qual è la proposta di modifica che manca). Il forte sospetto è che sul decreto Sicurezza si allunghi l’ombra del ddl Anticorruzione e della trattativa tra M5s e Lega sull’emendamento sulla prescrizione. Un sospetto reso più solido da quanto viene spiegato da fonti di governo secondo le quali la questione di fiducia sul decreto legge sicurezza sarà posta in Senato solo quando sarà raggiunto un accordo sulla prescrizione.

 

In Aula la proposta di sospensione è stata approvata per alzata di mano dalla maggioranza. Contrarie tutte le opposizioni che hanno accusato il governo di confusione, in particolare nelle ore in cui i due leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono entrambi all’estero. “Evidentemente la Lega non vuole la fiducia e i Cinque Stelle devono scegliere se arrendersi armi e bagagli alla Lega – dice Loredana De Petris, capogruppo di Liberi e Uguali – Ora rispettare l’Aula e le procedure. Si torni in Commissione, le riunioni di condominio hanno regole più chiare”. Lucio Malan, per Forza Italia, ha ricordato che “nessuno di noi dell’opposizione ha mai fatto ostruzionismo: da 18 ore si discute se mettere o meno la fiducia”.

 

Molteni al Senato ha spiegato tra l’altro che “con questo testo obblighiamo le cooperative sociali a rendicontare euro per euro le loro spese: la trasparenza e il controllo dei fondi è un punto certo di questa maggioranza e di questo governo. Come ci ha insegnato Mafia Capitale sull’accoglienza c’è chi ha fatto più soldi che col traffico di droga”. Sull’immigrazione, in ogni caso, “questo non è un decreto manifesto, un decreto propaganda – precisa Molteni – ma vuole una seria gestione dei flussi. E’ una riforma organica del sistema migratorio”. Per altri versi “ci sarà un piano straordinario di assunzione di uomini in divisa, 8mila unità in più”.