Immigrazione  - Ivana VERONESE
In Germania mancano lavoratori e Berlino «chiama» 1.600.000 migranti
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05/11/2018  | Immigrazione.  

 

Accordo tra i partiti di governo: sei mesi di tempo a chi arriva per cercare un impiego. Servono lavoratori qualificati e che conoscano il tedesco. Il ministro: «Soluzione pragmatica»

 

di Claudio Del Frate, www.ilcorriere.it

 

La Germania è intenzionata a rispedire in Italia 40.000 migranti arrivati illegalmente dall’Italia ma al tempo stesso ha bisogno di almeno un milione di lavoratori stranieri qualificati per tenere il passo della sua crescita economica. La riprova di questo atteggiamento «double face» è l’accordo raggiunto ai primi di ottobre tra i due partiti di governo, la Cdu di Angela Merkel e i socialdemocratici della Spd. Entrambi hanno concordato l’adozione nel 2019 di una legge per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro tedesco di stranieri extracomunitari qualificati. Un atto politico rilevante specie in un periodo in cui la Grosse Koalition deve fronteggiare l’ascesa nei consensi degli estremisti di destra della Afd e l’avvicinarsi delle elezioni europee. Fonti imprenditoriali stimato che il fabbisogno di manodopera straniera oscilla tra 1.200.000 e 1.600.000 unità.

 

Sei mesi per trovare un impiego

 

Il provvedimento del governo si rivolge in particolare ai settori trainanti dell’economia, a cominciare da quelli ad alto impatto tecnologico. Il meccanismo prevede la concessione di un permesso di sei mesi a chi arriva in Germania in cerca di lavoro che viene automaticamente esteso nel momento in cui lo straniero sottoscrive un contratto. Unica condizione richiesta: una sufficienza conoscenza della lingua tedesca. «È una soluzione pragmatica che riflette la realtà» ha dichiarato il ministro del lavoro Hubertus Heil. La stima del fabbisogno di 1 milione e 200 mila o 1.600.000 lavoratori era stata formulata a marzo dalla Camera di Commercio e industria nazionale.Nel 2018 - 700.000 nuovi posti

 

Proprio pochi giorni fa era stata diffusa una statistica ufficiale secondo la quale la Germania aveva raggiunto un tasso di disoccupazione del 5%, il più basso dai tempi della riunificazione. Un articolo comparso pochi giorni fa sulla Frankfurter Allgemeine conferma che nell’anno in corso le aziende tedesche hanno creato 700mila nuovi posti di lavoro; di questi 330mila sono stati occupati da cittadini tedeschi, per gli altri è stato necessario fare ricorso a immigrati. Il timore è che non sia più sufficiente fare ricorso al tradizionale «serbatoio» di manodopera straniera, rappresentato da Polonia e altri paesi dell’Est; da qui l’idea di fare ricorso al di fuori dei confini della Ue.