Immigrazione  - Guglielmo Loy
Summit delle diaspore, migranti pronti al dialogo con la politica e la cooperazione
Rete di associazioni pronte a un nuovo dialogo
mario-giro-esteri.jpg
20/11/2017  | Immigrazione.  

 

L'inizio di un percorso decisivo per arricchire l'Italia, da un punto di vista culturale ed economico, e per favorire uno sviluppo internazionale più equo: si è presentato così oggi a Roma il primo Summit delle diaspore, rete di associazioni pronte a un nuovo dialogo

 

ROMA , 18 novembre 2017 - L'inizio di un percorso decisivo per arricchire l'Italia, da un punto di vista culturale ed economico, e per favorire uno sviluppo internazionale più equo: si è presentato così oggi a Roma il primo Summit delle diaspore, rete di associazioni pronte a un nuovo dialogo con la politica e la cooperazione italiana. A intervenire ai lavori, dopo nove incontri preparatori da Cagliari a Padova, da Milano a Torino, sono esponenti delle comunità straniere, delle ong e delle istituzioni nazionali.

 

"Il Summit delle diaspore non è un progetto ma un processo di partecipazione politica" chiarisce subito Ada Ugo Abara, una delle organizzatrici, che si definisce "nigeriana, afro-italiana e sognatrice". Ha partecipato agli incontri regionali e oggi a Roma porta il senso di una partecipazione a 360°: "Nel corso degli ultimi cinque mesi sono state censite 7.000 associazioni migranti e oggi sono rappresentati 50 Paesi del mondo".

 

A parlare per la politica è anzitutto Mario Giro, vice-ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale. "Il ruolo delle diaspore deve essere incisivo, devono contare" la sua premessa. "Spero che siano riconosciute come soggetto con il quale bisogna dialogare a tutti i livelli".

 

Secondo Giro, l'appuntamento romano, organizzato con lo slogan "Esserci, conoscerci, costruire", è l'inizio di un percorso. "Celebro oggi - sottolinea il vice-ministro - la nascita di un soggetto che si oppone agli imprenditori della paura e che parli della propria esperienza in positivo".

 

Centrale, poi, il rapporto con il mondo. "Useremo le diaspore come leva e volano per la cooperazione internazionale - dice Giro - con l'obiettivo di creare quella migrazione circolare che è uno scambio win-win, di reciproco vantaggio". Dopo l'auspicio che il Parlamento italiano possa al più presto combattere e vincere la partita per lo Ius soli, un nuovo appello. "Prendete la parola ovunque e dovunque come comunità della diaspora, in tv o sui social media" sottolinea Giro. "Questo è il momento di svolta; o si va verso l’alto o si cade verso il basso. Gli italiani di nascita potranno elaborare la nuova coscienza del loro Paese, più ricco".

 

L'assunto, oggi, è che le diaspore sono ponte indispensabile tra l'Italia e il mondo. Emilio Ciarlo, dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), evidenzia una doppia prospettiva rispetto agli obiettivi del Summit: "Da una parte, favorire la convivenza e le opportunità nel nostro Paese; da un'altra, creare sviluppo a livello internazionale".

 

La conferma sta in uno studio pubblicato dall'Aics insieme con l'Università Tor Vergata di Roma. "Le diaspore devono essere protagoniste in almeno tre delle sette aree di intervento prioritarie" sottolinea Ciarlo: "Dalle migrazioni circolari al ritorno, fino agli investimenti in loco e addirittura al turismo nei Paesi d'origine".

 

La prospettiva, per l'Aics, è politica e non già solo tecnica."La legge 125/2014 per la cooperazione italiana sancisce il ruolo delle diaspore e ci affida il compito di promuovere la pace e la multiculturalità " dice Ciarlo. "E questi sono impegni che animano la Costituzione italiana, oggi decisivi, con il rischio che il mondo vada in un'altra direzione". (DIRE)