(AGI) - Roma, 17 maggio 2017 - Negli ultimi dodici mesi, l'aumento di cittadini stranieri residenti in Italia è stato il più modesto degli ultimi anni. Al 1* gennaio 2017, sono poco più di 5 milioni, l'8,3% dei residenti, con una netta prevalenza al centro-nord: rispetto al 1* gennaio 2016, l'incremento è stato di appena 2.500 unità.
E' quanto emerge dall'ultimo Rapporto annuale dell'Istat, secondo cui a tale rallentamento contribuisce soprattutto la rapida crescita delle acquisizioni della cittadinanza italiana: se ne contano 29 mila nel 2005, 66 mila nel 2010, 178 mila nel 2015 e 205 mila nel 2016. Circa il 38% delle acquisizioni riguardano minorenni e per metà dei casi individui con meno di 30 anni di età.
Ad alimentare il numero degli stranieri in Italia continuano a concorrere non solo le migrazioni dall'estero - il saldo migratorio nel 2016 ammonta a oltre 200 mila stranieri in più - ma anche i tanti nati nel nostro Paese da genitori entrambi stranieri, le cosiddette "seconde generazioni". Un nato su cinque ha almeno un genitore straniero. Dal 2008 le nascite che ogni anno hanno riguardato coppie non italiane sono più di 70 mila.
I nati da genitori entrambi stranieri aumentano fino al 2012, quando raggiungono il valore massimo (78.577 nati); dal 2013 si osserva una moderata decrescita che riporta, nel 2015, su valori vicini a quelli di sette anni prima (71.672). Anche la struttura per età degli stranieri mostra segnali di invecchiamento. Al 1* gennaio 2017, la classe di età tra 18 e 34 anni pesa quasi per il 30% sul totale della popolazione straniera, quella italiana solo per il 17%; al contrario, le persone con 65 anni e più tra gli stranieri hanno un'incidenza di circa il 4%, mentre rappresentano circa un quarto degli italiani.
Tra il 2008 e il 2017 l'età media della popolazione straniera è passata da 31,1 a 34,2 anni: ciò accade sia perché alcune delle comunità che hanno fatto il loro ingresso nel nostro Paese hanno una età media più alta (è il caso di quelle dell'Est europeo), sia per effetto della progressiva stabilizzazione delle collettività storiche. Ad "invecchiare" sono soprattutto le donne straniere: la quota di quelle tra i 35 e i 49 anni è passata dal 42,7% del 2008 al 51,9 del gennaio 2017.
Al 1° gennaio 2016, il 30% degli stranieri residenti in Italia è cittadino di un paese dell'Unione europea. I romeni sono la collettività più numerosa, quasi uno straniero su 4 (il 23%); seguono albanesi (9,3%) e marocchini (8,7%). Dal 2011, con la crisi economica già in atto da alcuni anni, la crescita della presenza non comunitaria è fortemente rallentata. Al 1° gennaio 2016 sfiorano i 4 milioni i cittadini non comunitari con un regolare permesso di soggiorno. (AGI)
________________
Istat: uno straniero su due in Italia e' a rischio povertà
(AGI) - Roma, 17 mag. - Quasi uno straniero su due tra quelli residenti in Italia è a rischio povertà, per l'esattezza il 49,5%, contro il 28,7% complessivo delle persone a rischio nel nostro Paese.
Lo rileva l'Istat nel suo rapporto annuale 2017. Più in dettaglio, quasi un terzo delle persone in famiglie con almeno un cittadino straniero dichiara di essere in arretrato nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito (12,9% in media per quelle di soli italiani) mentre uno su quattro dichiara di non riuscire a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni (contro 10,8% dei soli italiani).
La bassa intensità lavorativa risulta meno diffusa, coinvolge il 7,7% delle persone di questo gruppo a fronte del 12,4% delle famiglie di soli italiani. I cittadini stranieri presenti in Italia, in ogni caso, sono in buone condizioni di salute: circa nove su dieci (89,7% degli uomini e 86,3% delle donne) hanno una percezione positiva del proprio stato di salute. Tra le principali cittadinanze presenti sul territorio italiano si riscontrano molte differenze: a parità di età sono gli uomini albanesi e moldavi che dichiarano migliori condizioni di salute, mentre i polacchi e gli ucraini si collocano all'estremo opposto.
Per le donne la percezione positiva della salute è più frequente tra la collettività cinese, meno tra quelle ucraina e moldava. Il consumo di bevande alcoliche è più diffuso tra gli uomini stranieri, che presentano percentuali tre volte superiori rispetto alle donne (20,1% contro 7,1%); a bere più alcolici sono soprattutto quelli provenienti da Romania, Ucraina e Polonia. Il consumo di alcol è inoltre più alto tra le persone di 25-44 anni rispetto alle altre fasce di età.
L'abitudine al fumo interessa il 23,2% dei cittadini stranieri ma gli stranieri presenti da più tempo in Italia hanno percentuali di fumatori più elevate rispetto a quelli arrivati più di recente (23,8% per gli stranieri da oltre 6 anni nel nostro Paese, 19,8% per quelli presenti da 3 anni o meno). L'essere in sovrappeso o obesi riguarda il 39,1% dei cittadini stranieri e tende ad aumentare con l'età. In tutte le collettività le quote di donne in eccesso di peso sono più contenute rispetto a quelle degli uomini. (AGI)
________________
Istat "Invecchiamento e immigrazione fenomeni demografici più evidenti"
ROMA (ITALPRESS) - L'invecchiamento della popolazione e l'immigrazione straniera sono i fenomeni demografici maggiormente evidenti nella composizione dei gruppi: tre su nove sono caratterizzati da una elevata presenza di persone anziane: le famiglie degli operai in pensione (64,6% di persone con 65 anni e più), anziane sole e giovani disoccupati (42,7%) e pensioni d'argento (40,1%). E' quanto si legge nel rapporto annuale dell'Istat 2017.
Il gruppo delle famiglie a basso reddito con stranieri è invece composto per l'83,1% da cittadini stranieri. L'invecchiamento della popolazione è uno degli aspetti demografici che contraddistinguono il nostro Paese nel contesto internazionale. Al 1° gennaio 2017 la quota di individui di 65 anni e più raggiunge il 22%.Anche la struttura per età degli stranieri mostra segnali di invecchiamento. L'età media della popolazione straniera è passata da 31,1 a 34,2 anni tra il 2008 e il 2017; l'incremento è stato maggiore rispetto a quello rilevato per la popolazione italiana (da 43,7 a 45,9 anni).