Sbarchi  - Guglielmo Loy
Trend in crescita degli sbarchi anche a marzo
Quasi seimila gli arrivi negli ultimi 4 giorni
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24/03/2017  | Immigrazione.  

 

Secondo i dati registrati dal Cruscotto statistico giornaliero del Viminale, alla data del 24 marzo sono state soccorse in mare 21.909 persone (+51,18% in più rispetto lo stesso periodo nel 2016). Quasi seimila gli arrivi negli ultimi 4 giorni. La quota di profughi ospitati nelle strutture di accoglienza sfiora le 175 mila unità. La metà degli arrivati proviene da 5 paesi: Guinea (2.620), Nigeria (2.323); Bangladesh ( 2.008 ); Costa d’Avorio (1.909) e Gambia (1.708).

 

(di Beppe Casucci) - Roma, 24 marzo 2017 - Continua il forte trend negli arrivi nel Mediterraneo, flusso facilitato dall’arrivo del bel tempo, e dall’efficiente sistema di soccorso che – oltre alle navi di Frontex – oggi conta anche sulle imbarcazioni delle ONG il cui primo obiettivo e salvare vite umane, anche in contrasto con la normativa che combatte l’immigrazione irregolare.  La cosa non ha mancato di suscitare polemiche in quanto, per qualche osservatore critico, gli scafisti approfitterebbero degli aiuti delle organizzazioni sociali per lucrare su di un maggior volume di traffico via mare.

 

Polemiche a parte, è certo che nei primi 3 mesi del 2017 il flusso di profughi e migranti in arrivo si è mantenuto costantemente al di sopra dei livelli dei primi tre mesi del 2016 (in genere tra il 40 ed il 50%). L’anno scorso gli arrivi complessivi avevano toccato la cifra record di 181.436 sbarcati  (e 5.022 morti). Se il trend dovesse continuare ( o peggiorare con l’arrivo della bella stagione ) si rischierà di superare nel 2017 il nuovo record di 250 mila arrivi. Le cause principali di questo aumento progressivo degli sbarchi è dovuto, secondo gli esperti alla forte pressione migratoria in atto in Africa, continente che stime demografiche dicono raddoppierà nel 21° secolo la sua popolazione a 2 miliardi. Tutto ciò al netto, naturalmente, di altre cause: come le guerre, la miseria, i cambiamenti climatici.

 

Finora, dunque, l’accordo del gennaio scorso tra Governo italiano e  Governo di unità nazionale libico di Fayez al Serraj, non ha prodotto grandi risultati. Il governo insediato a Tripoli ha chiesto all’Italia navi ed elicotteri per poter pattugliare le coste, oltre all’addestramento delle proprie milizie. Si vedrà dunque nei prossimi mesi se tutto questo produrrà risultati. I più cinici osservano che le milizie da formare, sono le stesse che si accordano con i trafficanti di uomini, in cambio di una fetta del guadagno della tratta. Qualcun altro, osserva che delegare il respingimento differito di migranti e richiedenti asilo, a milizie di uno Stato che non garantisce il rispetto dei diritti fondamentali, è una violazione palese della legislazione internazionale  in materia di diritti umani e potrebbe avere gravi conseguenze anche legali.

 

Nel frattempo l’Italia si attrezza ad adeguare il sistema di accoglienza (attualmente ospita 175 mila persone), ma anche a rispondere con politiche di maggior fermezza: tribunali specializzati in immigrazione ed asilo; centri per i rimpatri in ogni regione; abolizione del secondo grado di giudizio nella procedura di richiesta di asilo e cambi anche nell’istanza di primo grado.

 

Il DL n. 13  (Disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale) è all’esame del Senato dove alcuni cambi sarebbero in corso. Poi tornerà alla Camera per l’approvazione finale.

 

Per un giudizio definitivo, dunque, dovremo aspettare il testo finale.

 

Tra le regioni che accolgono maggiormente i profughi abbiamo la Lombardia (13%), seguita da Lazio e Campania (9%); poi ancora Sicilia, Veneto e Piemonte (con l’8%). In coda Val D’aosta, Trento, Bolzano e Basilicata con l’1% dei profughi o meno.

 

La maggioranza dei profughi proviene dall’Africa Sub Sahariana ed (esclusa la Somalia, l’Eritrea e casi particolari della Nigeria) è dubbio che ai richiedenti verrà concessa una forma di protezione internazionale o umanitaria.

 

Resta dunque il grande problema del bacino in crescita dei migranti irregolari, che quest’anno è destinato a superare quota 600 mila unità. Come è stato osservato acutamente dal viceministro Giro: “i rimpatri forzati sono molto difficili da fare, senza accordi di riammissione con i paesi d’origine. E del resto la normativa UE predilige le forme di ritorno volontario assistito”.