Immigrazione  - Guglielmo Loy
Riforma della cittadinanza, in Senato precedenza agli immigrati irregolari
La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha le sue priorità
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27/02/2017  | Sindacato.  

 

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La Commissione Affari Costituzionali rimanda ancora l'esame del ddl 2092, prima la conversione in legge del decreto Minniti. Le seconde generazioni possono aspettare 

 

Roma – 24 febbraio 2017 – Cos’è più urgente? Creare nuovi centri di detenzione per gli immigrati irregolari o smetterla di trattare da stranieri un milione di bambini e ragazzi cresciuti in Italia?

 

La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha le sue priorità. Nel calendario dei lavori della prossima settimana,  ancora una volta non c’è spazio per la riforma della cittadinanza, mentre arriva la conversione in legge del decreto 13/2017 in materia di protezione internazionale e di contrasto dell'immigrazione illegale, che vedrà i senatori impegnati insieme ai colleghi della commissione Giustizia. 

 

L’istituzione di nuovi centri per il rimpatrio, l’abolizione di un grado di giudizio nei ricorsi dei richiedenti asilo e le altre trovate del governo per gestire l’”emergenza sbarchi”, si impongono così sull’”emergenza seconde generazioni” alla quale si dedicano molte parole, ma pochi fatti. Il ddl 2092 resta nei cassetti della Commissione, insieme a migliaia di emendamenti mai neppure pubblicati. 

 

Eppure la riforma sarebbe già dovuta arrivare in Aula e ci potrebbe arrivare subito se solo la maggioranza decidesse di bypassare la commissione. Ma il Pd esita. Un retroscena pubblicato ieri su l’Unità descrive il capogruppo Luigi Zanda timoroso di imboscate, soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle. Il vero problema, però, è che c’è chi rema contro all’interno della maggioranza. 

 

Quando mercoledì scorso il presidente del Pd Matteo Orfini ha chiesto al governo di mettere la fiducia sulla riforma della cittadinanza, il governo è rimasto zitto, mentre Lega Nord e Forza Italia alzavano la voce: “Faremo le barricate”. Ma a preoccupare le seconde generazioni sono stati soprattutto i no di Area Popolare: “Ci sono altre priorità”, dicono gli alleati di governo del Pd. E il calendario conferma. 

 

EP