(di Angela Scalzo) Roma, 22 febbraio 2017 - Lo scorso lunedì 13 febbraio si è svolta a Parigi la terza Assemblea Generale della Rete dei sindacati della migrazione mediterranea e Sub-Sahariana. - RSMMS - alla quale la UIL ha partecipato, unitamente ad oltre 20 rappresentanti sindacali e non, appartenenti alla la Rete stessa e provenienti soprattutto dai Paesi Africani convolti dai flussi migratori.
L’ordine del giorno prevedeva la revisione del progetto di fusione con la rete “Unionmigrantnet” della CES; la proposta di creazione di una web page su Facebook; un regolamento legato al funzionamento della rete stessa : ossia riguardante il comitato di Pilotaggio, l’assemblea generale, la partecipazione alle azioni sui singoli territori; lo sviluppo delle proposte di azione per il 2017-2018. E, last but not least, come incentivare il numero dei sindacati europei attivi all’interno del RSMMS.
Con la moderazione del CFDT(Confederazione Francese Democratica del lavoro) la UGTT (Unione Generale Tunisina del Lavoro) ha presentato gli obiettivi proposti dal comitato direttivo ed il rapporto delle attività svolte nelle tre macro aree, sviluppato da ogni singolo rappresentante invitato :
1) Africa
2) Maghreb
3) l'Europa
Per l’Europa presenti fra gli altri la UIL e la CGIL. La Uil è intervenuta a nome del Segretario generale sottolineando, di vitale importanza, la creazione di una rete di collaborazione attiva tra i sindacati dei Paesi che si affacciano nel Mediterraneo e, naturalmente, quelli di origine dei flussi migratori, che sono gli stessi interessati negli ultimi anni da un grande esodo di umanità. Oggi esistono almeno due reti internazionali che si occupano di migrazioni: l’Union Migrant Net della CES che opera in Europa e la RSMMS che coinvolge paesi Nord e Centro africani.
Di entrambe la UIL fa parte ed oggi appoggia l’idea di una unificazione di queste reti, al fine di ottenere maggior slancio ed efficacia nell’obiettivo comune di gestire umanamente il processo migratorio, combattere il traffico di persone, favorire la migrazione legale. Lo scorso 2 febbraio i quadri dirigenti della UIL hanno partecipato numerosissimi ad una propria iniziativa a Lampedusa, volta a promuovere il Mediterraneo come un “mare di pace e di lavoro”.
Una iniziativa, ha dichiarato la UIL, dal carattere storico perché ha riunito per la prima volta – nell’isola simbolo del dramma degli sbarchi - tutti i sindacati dei paesi del Nord Africa, di Israele e della Palestina, insieme ai rappresentanti delle religioni cattolica, musulmana, ebrea e buddista. Un’intesa aperta alla partecipazione di altre forze sociali di tutti i Paesi di provenienza e transito dei migranti, secondo la UIL.
Le organizzazioni sindacali firmatarie dell’ “Accordo di Lampedusa” chiedono alla Confederazione europea dei Sindacati di proporre all'Ue l'istituzione di un Fondo, in cui tutti i Paesi membri facciano confluire risorse derivanti da forme di 'solidarietà fiscale'; di cambiare il regolamento di Dublino, di affrontare la pressione migratoria dall’Africa compartendo equamente l’accoglienza tra tutti gli Stati Membri.
La seconda giornata di lavoro ha visto creazione di un gruppo di lavoro (CSI - CES - RSMMS - FES) con il compito di definire le modalità di riconciliazione pratica degli obiettivi e delle azioni congiunte. Ai due comitati di pilotaggio l’incarico di definirne le regole.
Molto sentita e partecipata è stata la discussione riguardante il regolamento per il funzionamento di RSMMS.
Il terzo ed ultimo giorno ha visto la Costruzione del piano d'azione 2017-2018 della RSMMS che prevede il consolidamento delle strutture di supporto per promuovere una più proficua sinergia fra le due reti e fra i lavoratori migranti, come da documento finale , dichiarazione di indirizzo redatto dall’Assemblea stessa.