Immigrazione  - Guglielmo Loy
Migranti: da quote a solidarietà flessibile, proposta gruppo Visegrad
Contestata la decisione Ue di ripartire 120mila migranti tra i paesi membri
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30/09/2016  | Immigrazione.  

 

Budapest, 30 set. (AdnKronos) - "Le quote dividono l'Unione Europea, ritengo quindi che siano politicamente finite". A dichiararlo, davanti ai giornalisti a Bratislava, è stato nei giorni scorsi il premier slovacco Robert Fico, il cui paese - che esercita la presidenza di turno dell'Unione Europea - ha contestato davanti alla Corte di Giustizia europea di Lussemburgo la decisione Ue di ripartire 120mila migranti tra i paesi membri.  Al progetto contrari i cosiddetti paesi del Gruppo di Visegrad, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia, che al vertice di Bratislava, circa due settimane fa, hanno presentato una proposta alternativa, che parla di 'solidarietà flessibile', un principio in base al quale paesi che non desiderano accogliere migranti potrebbero contribuire alla politica migratoria comune con altri mezzi, finanziariamente, fornendo equipaggiamenti e manodopera.

 

La proposta dei 4 di Visegrad esorta a tenere conto del "potenziale e dell'esperienza" di ciascun stato membro al momento di decidere il numero di persone che dovrebbe essere accolto in ciascun paese. Nei confronti della posizione dei V4 non sono mancate reazioni di cauta apertura: "La dichiarazione dei V4 e la proposta di aggiungere flessibilità e di cercare possibili soluzioni è positiva", ha dichiarato Merkel.

 

Anche Jean-Claude Juncker si era espresso in favore di forme di aiuto diverse per i paesi che non vogliano o possano accogliere migranti. Ad esempio, facendo di più a garanzia della tutela dei confini esterni dell'Ue. L'idea di una flessibilità sembra anche aver fatto breccia al parlamento europeo con il presidente Martin Schulz che si è espresso a favore in un'intervista alla Faz.

 

Per Fico "ciò che i paesi del gruppo di Visegrad - tra cui Slovacchia, Repubblica ceca, Polonia e Ungheria - sono andati ripetendo per un anno e mezzo ora diventa la politica ufficiale dell'Ue". "Chiunque voglia dividere l'Europa, lasciate che metta le quote sul tavolo, chi vuole unirla, lasciate che se ne esca con una diversa concezione della lotta all'immigrazione illegale".

 

A chiarire la posizione della Commissione è stato recentemente il commissario alle Migrazioni Dimitris Avramopoulos: la Commissione non intende utilizzare le maniere forti, con i Paesi recalcitranti, che non ne vogliono sapere di accogliere i migranti sbarcati in Italia e Grecia. "Non siamo ancora a quel punto, le procedure di infrazione" per gli Stati Ue che non implementano le decisioni prese in merito al trasferimento dei migranti all'interno dell'Unione, ha detto Avramopoulos, ma "siamo qui per convincere i Paesi". Tuttavia, "la legge dell'Ue non è opzionale e quello che gli Stati membri hanno deciso deve essere implementato. La Commissione si riserva il diritto di intraprendere azioni legali, ma ora ci focalizziamo sui miglioramenti".