Gli attuali criteri di individuazione dei coefficienti di trasformazione legati all’aspettativa di vita sono causa di un’oggettiva penalizzazione per i lavoratori che andranno in pensione a partire da gennaio 2019. Infatti, volendo fare un esempio, un lavoratore che andrà in pensione a 67 anni, il 2 gennaio 2019, riceverà un trattamento annuo lordo di 13.411€, ben 268€ in meno di un lavoratore che, a parità di montante contributivo e di età anagrafica, andrà in pensione il 31 dicembre 2018.
Tale meccanismo, oltre a costituire un danno oggettivo per i lavoratori, è un vero e proprio disincentivo alla permanenza al lavoro. Rimandando l’accesso alla pensione si incorre nel pericolo di vedere il proprio trattamento calcolato con coefficienti più sfavorevoli e quindi di percepire un assegno più basso.
Per la UIL è necessario varare una modifica dei coefficienti di trasformazione, legandoli alle coorti di età. Si deve assegnare, pertanto, a ciascuna coorte di età il proprio coefficiente, questo permetterebbe di salvaguardare uno dei principi fondamentali del sistema contributivo, senza penalizzare i lavoratori e soprattutto incentivando la permanenza al lavoro.
Esempio di trasformazione con i nuovi coefficienti
Dal 1° gennaio 2019 oltre all’età di accesso alla pensione, che raggiungerà per tutti i 67 anni, saranno adeguati all’aspettativa di vita anche i coefficienti che si utilizzano per trasformare in pensione il montante contributivo del trattamento previdenziale. Ad un valore maggiore del coefficiente, e quindi del divisore, corrisponderà un importo minore del trattamento, al fine di ridistribuire su un più lungo periodo di vita il montante previdenziale maturato.
Nella tabella seguente abbiamo realizzato degli esempi partendo da un montante contributivo pari a 280.000 € che, oggi, per un lavoratore che andrà in pensione a 67 anni, corrisponderebbe ad una pensione lorda mensile pari a 1.045 €.
Età |
Divisore Fino al 31 dicembre 2018 |
Divisore Dal 1° gennaio 2019 |
Dicembre |
Gennaio |
Differenza |
|
62 |
20,593 |
20,878 |
€ 13.597 |
€ 13.411 |
- € 186 |
|
63 |
19,991 |
20,276 |
€ 14.006 |
€ 13.809 |
- € 197 |
|
64 |
19,385 |
19,672 |
€ 14.444 |
€ 14.233 |
- € 211 |
|
65 |
18,777 |
19,064 |
€ 14.912 |
€ 14.687 |
- € 224 |
|
66 |
18,163 |
18,455 |
€ 15.416 |
€ 15.172 |
- € 244 |
|
67 |
17,544 |
17,844 |
€ 15.960 |
€ 15.692 |
- € 268 |
|
68 |
16,922 |
17,231 |
€ 16.547 |
€ 16.250 |
- € 297 |
|
69 |
16,301 |
16,609 |
€ 17.177 |
€ 16.858 |
- € 319 |
|
70 |
15,678 |
15,982 |
€ 17.859 |
€ 17.520 |
- € 340 |
Se prendiamo in esame un lavoratore di 67 anni, la scelta di rimandare l’accesso alla pensione anche di un solo mese, da Dicembre 2018 a Gennaio 2019, comporterebbe una diminuzione dell’assegno pari a 268 €, dal primo assegno previdenziale per il resto della vita.
Roma, 13 giugno 2018