CODICE APPALTI  - Tiziana BOCCHI
Bocchi: “Sospendere il codice appalti significa bloccare lo sviluppo del Paese.”
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31/05/2019  | Contrattazione.  

 

 

Le imprese sane e oneste del nostro Paese chiedono, da anni, una procedura di affidamento dei lavori e servizi chiara, trasparente, di equa concorrenzialità e soprattutto esente da condizionamenti di natura clientelare.

 

Bloccando il codice degli appalti pubblici non si aiuta la crescita del Paese e si rischia di favorire interessi diversi, oltretutto, andando in contraddizione con quanto il governo, su altri fronti, sta facendo per la legalità e la sicurezza.

 

Sospendere il vigente codice degli appalti non solo mortifica il mondo del lavoro, ma inficia la corretta e puntuale applicazione dei Ccnl, alimenta il non rispetto delle regole per la sicurezza e la salute dei lavoratori, genera lavoro sottopagato, sfruttato e soprattutto diventa una voce di costo variabile in funzione del massimo ribasso.

 

Così, oltre a generare ulteriore precarietà lavorativa, si degrada la dignità delle persone e del lavoro; non esiste sviluppo senza un lavoro rispettato e di qualità, al contrario, si rischia di favorire la corruzione e lo sfruttamento.

 

Con una legge delega sono state trasposte tre direttive europee in materia di appalti pubblici, evitando così l’ennesima procedura d’infrazione e conseguente penalizzazione  che con la nuova proposta del governo, invece, dovremo subire, oltre alla confusione amministrativa che si creerebbe nelle gare in corso o nelle procedure del tar in discussione, e la consapevolezza di una vacatio normativa che arresta il processo d’infrastrutturazione e d’investimento su tutte le nuove opere perché non esiste nessuna legge europea di riferimento.

 

Se si continua a bloccare la crescita, l’occupazione, la stabilità, il sindacato tornerà in piazza per chiedere ancora una volta lavoro e sviluppo.