Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 08/05/2018
Minniti, il dibattito sul Regolamento di Dublino «ancora più ingiusto e negativo per l’Italia»
Minniti, il dibattito sul Regolamento di Dublino «ancora più ingiusto e negativo per l’Italia»
08/05/2018  | Immigrazione.  

 

Roma, 7 maggio 2018 - Il Regolamento di Dublino su cui sta discutendo l’Europa, che riguarda la mobilità interna dei migranti oltre al Paese di arrivo in cui sono costretti a fermarsi, “era un accordo ingiusto e non positivo per l’Italia e rischia di diventare ancora più ingiusto e negativo”. Lo ha affermato oggi pomeriggio a Roma il ministro dell’interno Marco Minniti, durante la sua conferenza su “Immigrazione, accoglienza e integrazione” nella sede della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale).

 

A parte l’orientamento poco favorevole del dibattito sull’accordo di Dublino, Minniti ha giudicato “positivo che la Commissione Ue abbia stanziato 50 milioni di euro per aiutare 14 città libiche con cui l’Italia ha fatto un patto”. Il ministro dell’Interno ha ricordato poi che “se l’Europa interviene in Africa è perché fa i suoi interessi” nell’ambito della “sicurezza”, dei “flussi migratori” e delle “ricchezze di risorse”. In materia di accoglienza ha rinnovato l’intenzione – nei limiti della durata di questo governo – “di accorciare a 6 mesi i tempi dalla richiesta d’asilo fino alla decisione delle Commissioni territoriali, per questo sono state moltiplicate e abbiamo assunto 250 nuovi operatori”. “L’obiettivo che stiamo perseguendo è la chiusura dei grandi centri di accoglienza – ha ribadito – a favore dell’accoglienza diffusa nei territori e nei piccoli centri”.

 

L’integrazione, in questo senso, è il punto cruciale: “Solo se le società moderne sapranno integrare i migranti avranno un futuro migliore – ha sottolineato -. La stragrande maggioranza degli attentati in Europa sono stati compiuti da europei, figli di una imperfetta o mancata integrazione”. A questo scopo, ha proseguito, “è fondamentale avere una certa cura nei rapporti con l’islam italiano, in modo da dialogare con un unico interlocutore”. Da qui l’importanza del Patto con l’islam firmato da tutte le organizzazioni islamiche in Italia, sunnite o sciite, nel quale si impegnano a “rendere noti i nomi degli imam e i canali di finanziamento delle nuove moschee; a prediche in italiano e luoghi di culto aperti al pubblico” . “È importante, per la sicurezza e per l’integrazione – ha concluso -, che chi è di un’altra religione si senta profondamente italiano”.

 

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Conferenza alla Sioi

Migranti: Minniti, “104.000 arrivi in meno

dalla Libia e 25.000 rimpatri volontari”

 

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L’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) “ha già selezionato in Libia 1500 persone che hanno diritto alla protezione internazionale. 350 le ha già prese l’Italia con i corridoi umanitari”. Mentre l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha effettuato finora “25.000 rimpatri volontari assistiti dalla Libia verso i Paesi africani di provenienza” e le istituzioni giudiziarie libiche “hanno spiccato 200 mandati di cattura nei confronti di trafficanti”. Questo ha fatto sì che dal 1° luglio 2017 al 30 aprile 2018 “siano arrivate in Italia 104.000 persone in meno”: sono le cifre fornite oggi pomeriggio a Roma dal ministro dell’interno Marco Minniti, durante la sua conferenza su “Immigrazione, accoglienza e integrazione” nella sede della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale). Minniti ha difeso i contestati accordi tra Italia e Libia, presentandoli come un “modello di gestione dei flussi migratori, nella realtà più difficile e complicata possibile”. Il ministro dell’interno ha ricordato che, nonostante la Libia non abbia ancora firmato la Convenzione di Ginevra, “prima non era possibile nemmeno avere sul posto gli operatori delle organizzazioni internazionali, ora sì”:

 

“In queste ore probabilmente è in corso è un salvataggio della guardia costiera libica e ci sono gli operatori dell’Oim e dell’Unhcr con le pettorine azzurre che accolgono i migranti, come avviene nei porti italiani”. “L’altro giorno ero a Tripoli – ha detto – e ho incontrato i responsabili dell’Oim e dell’Unhcr. C’era un clima di festa. Mi hanno fatto vedere il centro che realizzeranno, sono 10 compound”. “Per un certo periodo l’Italia ha affrontato l’immigrazione come un’emergenza – ha affermato -. Ma i flussi sono strutturali e non possono essere cancellati; un grande Paese come l’Italia può dimostrare di riuscire a governarli e a non farsi dettare l’agenda dai trafficanti di esseri umani, che prima decidevano quando, come e da dove partire, sapendo che questo avrebbe influenzato l’opinione pubblica”.