Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 11/12/2017
Patto Italia-Libia: cos'è la «sala comune» contro scafisti e trafficanti
Patto Italia-Libia: cos'è la «sala comune» contro scafisti e trafficanti
11/12/2017  | Immigrazione.  

 

A Tripoli un organismo comune tra i due Paesi coordinerà le attività di intelligence e le operazioni in mare per combattere il traffico di esseri umani

 

(https://www.panorama.it/) 11 dicembre 2017 - Mentre si conta l'ennesimo salvataggio di circa 500 migranti al largo della Libia, è stato stretto un accordo tra l'Italia e il Paese nordafricano sulla creazione di una "sala comune" per la lotta contro scafisti e trafficanti di esseri umani.

 

L'iniziativa rientra nello sviluppo dell'intesa siglata da Paolo Gentiloni e il premier libico Fayez Al Serraj, il 2 febbraio a Roma, il "Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana".

 

Ecco cosa dice il nuovo tassello del patto tra Italia e Libia.

 

In cosa consiste la "sala comune" a Tripoli

 

Il 9 dicembre si è svolta a Tripoli una riunione fra il premier libico Fayez Al Serraj e il ministro dell'Interno italiano Marco Minniti, alla presenza del ministro dell'Interno libico Aref Khoja, il comandante della Guardia costiera Abdullah Tomé e l'ambasciatore italiano Giuseppe Perrone.

 

Come ha annunciato dalla sua pagina Facebook il Governo libico di accordo nazionale di cui Serraj è presidente, è stata istituita una cabina di regia comune, uno dei passaggi previsti dal Memorandum. "È stato convenuto di creare una sala comune per lottare contro gli scafisti e i trafficanti composta da rappresentanti di Guardia costiera, Dipartimento dell'immigrazione clandestina, il procuratore generale libico, il Servizio di intelligence libico e i loro omologhi italiani".

 

In questo organismo condiviso le informazioni degli 007 potranno trovare immediata applicazione sul campo ed essere tradotte in azioni contro i trafficanti. La "sala comune", ubicata a Tripoli, servirà a coordinare le attività d'intelligence e le operazioni in mare e sul terreno per combattere le organizzazioni di trafficanti di esseri umani.

 

I due passaggi chiave per la lotta ai trafficanti

 

Sono stati individuati anche due punti chiave per la lotta ai trafficanti: la necessità di accelerare le operazioni per il controllo delle frontiere nel deserto a sud della Libia (per il quale l'Unione Europea è disposta a un sostegno finanziario e a collaborare in cooperazione con i Paesi del G5 Sahel) e lo smantellamento di decine di centri e prigioni per migranti gestiti dalle organizzazioni criminali, dove migliaia di persone vivono in condizioni inumane. L'obiettivo comune è spezzare le reti che gestiscono i traffici, che non si fermano di certo alla Libia. Nel 2017, secondo i dati forniti da Minniti, la guardia costiera libica ha salvato oltre 17mila migranti. Presto la ricompensa: a giorni dovrebbero essere sbloccati i 35 milioni mobilitati a luglio dall'Ue e destinati alla gestione delle migrazioni.

 

Per saperne di più: