Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 11/12/2017
Affossata la riforma della cittadinanza?
Affossata la riforma della cittadinanza?
11/12/2017  | Immigrazione.  

 

(di b. c. ) Roma, 11 dicembre 2017 - In Italia, 800 mila bambini e giovani di origine straniera aspettano la riforma della legge 91/92. Il disegno di legge è stato approvato alla Camera nell’Ottobre del 2015 e da allora giace al Senato senza che la I° Commissione lo abbia mai esaminato. La proposta di riforma è basata sullo Ius Soli per chi è nato in Italia da genitori stranieri con almeno 5 anni di residenza; e sullo Ius Culturae  per i minori stranieri che arrivano entro i 12 anni ed abbiano completato almeno un ciclo scolastico.

 

Attualmente una forma molto diluita di Ius Soli già esiste nell’attuale legislazione, in quanto i minori nati in Italia da genitori stranieri e che abbiano soggiornato ininterrottamente fino ai 18 anni, hanno la possibilità al compimento della  maggiore età di chiedere la cittadinanza italiana. Per tutti gli altri c’è solo la strada della naturalizzazione che prevede 10 anni di residenza, un lavoro stabile, un reddito sufficiente, la copertura sanitaria, una abitazione adeguata, aver superato un esame di italiano e non avere precedenti penali.

 

Dopo l’avvio della domanda, l’ attesa media è dai 3 ai 7 anni. Per la UIL è sacrosanto riconoscere ai minori figli di stranieri, nati e cresciuti in Italia, il diritto ad un percorso di cittadinanza equo, anche perché quasi sempre si tratta di cittadini culturalmente italiani – che vivono e studiano accanto ai nostri ragazzi  – che hanno le nostre stesse aspirazioni e che scommettono sul futuro dell’Italia. E’ giusto che anche l’Italia scommetti su di loro. Noi non sappiamo se il Senato deciderà – entro la fine della legislatura – di portare in aula e votare il disegno di legge. Ma avremmo voluto maggior coraggio da parte dell’attuale maggioranza di governo e minori speculazioni sulla pelle di questi bambini e ragazzi.

 

Reti sociali come #Italia sono anch’io, #senza cittadinanza e “A buon diritto” hanno promosso moltissime iniziative a sostegno della riforma, iniziative a cui hanno partecipato le associazioni e le tre Confederazioni sindacali. Apparentemente ogni sforzo non è servito ad evitare che un diritto così basilare e logico, diventasse l’area per lo scontro elettorale e per la speculazione e l’odio razziale. La UIL è comunque convinta che una legge approvata oltre un quarto di secolo fa, per solo un decimo della popolazione straniera presente oggi nel nostro Paese, sia del tutto inadeguata a rappresentare la composita società italiana di oggi, multietnica e multiculturale,  ed a regolarne l’accesso alla cittadinanza italiana, passaggio fondamentale per una piena integrazione. Quasi un milione e mezzo di neo italiani non sono nati in Italia e contribuiscono in maniera cospicua alla nostra economia, e crescita sociale. E’ giusto che ai loro figli venga data la possibilità di non dover attendere decenni per godere di un diritto che sostanzialmente gli spetta.