Roma, 30 novembre 2017- (AdnKronos) - Nell'anno 2016, il numero di extracomunitari che svolge prevalentemente un lavoro dipendente è pari a 1.637.654, con una retribuzione media annua di 12.631,05 euro. E' quanto emerge dai dati diffusi oggi dall'Inps, nel sottolineare come all'interno delle diverse tipologie di lavoratori dipendenti extracomunitari vi sono però notevoli differenze. I lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo sono 1.112.543, in prevalenza maschi (68,6%) e presentano una retribuzione media annua pari a 14.710,17 euro (16.111,35 per i maschi, 11.654,79 per le femmine). Nel settore privato agricolo troviamo 135.234 extracomunitari in prevalenza maschi (81,2%) con retribuzione media pari a 8.328,92 euro (euro8.628,48 maschi, 7.036,56 femmine).
I lavoratori domestici extracomunitari sono 389.877 e si caratterizzano per una netta prevalenza del genere femminile (tasso di mascolinità 17,1) con una retribuzione superiore a quella maschile (8.279,52 contro euro7.759,56 per i maschi). Nel 2016, i paesi i cui cittadini sono maggiormente rappresentati tra gli extracomunitari sono l'Albania (282.522), seguita dal Marocco (254.588), dalla Cina (205.971), dall'Ucraina (164.234), dalle Filippine (114.785) e dalla Moldavia (103.626).
Nel complesso queste sei nazioni, totalizzano più della metà del totale degli extracomunitari conosciuti all'Inps. Analizzando nel dettaglio la distribuzione degli extracomunitari per Paese di cittadinanza e tipologia di prestazione, si vede che la popolazione in cui predominano i lavoratori è la Cina, per la quale su 205.971 soggetti, il 98,8% di essi è lavoratore lo 0,8% è pensionato e lo 0,4% percepisce una prestazione a sostegno del reddito; seguono il Bangladesh (95,2% lavoratori, 1% pensionati, 3,8% percettori di prestazioni a sostegno del reddito) e l'India (94,7% lavoratori, 1,9% pensionati, 3,4% percettori di prestazioni a sostegno del reddito).
La percentuale più alta di percettori di prestazioni a sostegno del reddito è invece totalizzata dall'Ucraina per la quale, su 164.234 soggetti, 16.641 sono percettori di prestazioni a sostegno del reddito (10,1%), l'86,4% sono lavoratori e il 3,5% sono pensionati. Il Paese di provenienza in cui sono presenti il maggior numero di pensionati, sia in termini assoluti che relativi, è l'Albania con 19.759 pensionati su un totale di 282.522 soggetti (7%). Analizzando poi il tasso di mascolinità emerge, prosegue l'Inps, che gli extracomunitari sono in prevalenza maschi (59,5%), con differenze notevoli all'interno dei singoli Paesi di origine. In particolare il tasso è più alto per Pakistan, Egitto e Bangladesh (rispettivamente 95,0%, 94,9% e 94,6%), seguono Senegal (87,9%), India (85,5%) e Tunisia (85,3%). Al contrario Ucraina, Moldavia, Perù, Ecuador e Filippine sono Paesi in cui prevale il sesso femminile con tassi di mascolinità rispettivamente pari a 16,7%, 30,2%, 38,6%, 40,3% e 40,6%.
La maggior parte degli extracomunitari si concentra tra i 30 e i 39 anni di età (30,0%), il 28,7% di essi ha un'età compresa tra i 40 e i 49 anni, il 17,3% ha meno di 30 anni e il 17,0% ha tra 50 e 59 anni. Solo il 7% dei soggetti ha dai 60 anni in su. Se si analizza la distribuzione territoriale, risulta che il 63,4% degli extracomunitari risiede o ha una sede di lavoro in Italia settentrionale, mentre il 23,6% si trova in Italia centrale e solo il 13,0% è nell'Italia meridionale e isole. Se però si confronta la numerosità degli extracomunitari rispetto al numero di residenti nell'area geografica di riferimento, si vede che per ogni 1.000 residenti il numero di extracomunitari è 50 in Italia settentrionale, 43 in Italia centrale e 14 in Italia meridionale e isole.
INPS- Trattamenti NASPI nel 2016
Roma, 30 nov. (AdnKronos) - Nel 2016 il numero di annuo di trattamenti di Naspi è stato di 1.603.532 mentre per il 2015 il numero di trattamenti Naspi, Aspi e Mini Aspi è stato rispettivamente 1.300.378, 280.168 e 107.179. E' quanto emerge dai dati diffusi dall'Inps. Se si considera il dato 2016 con il complesso dei trattamenti delle tre fattispecie (1.687.725) si registra un decremento del 5,0% rispetto all'anno precedente. Tale decremento è maggiormente marcato per le femmine (-5,4% contro un -4,5% dei maschi).