Alessandra ALDINI: comunicato Stampa del 20/11/2015
#BiSOGNOdiPace
#BiSOGNOdiPace
20/11/2015  | Sindacato.  

 

Quando abbiamo deciso di organizzare questo viaggio avevamo l’obiettivo  di recuperare testimonianze delle donne che erano scappate dalla guerra, spesso vittime di violenza perché insieme a bambini ed anziani più fragili e violabili.

 

Lungo il percorso ci siamo invece resi conto che avevamo bisogno di rispettare quelle donne perché la loro scelta era di mettere al riparo i propri figli, le proprie figlie i propri nipoti. Abbiamo così deciso di incontrarle e parlare con loro senza chiedere e, molto spesso, senza fotografarle.   Loro infatti hanno spesso scelto di essere narrate nei racconti dei loro mariti, fratelli, amici. Mancanza di protagonismo? No. La scelta di pensare al presente (cibo, pannolini, ecc)  per guardare al futuro.

 

Ci siamo quindi concentrati sul viaggio intrapreso e sui sistemi di accoglienza.

 

Abbiamo visto molto e tanto non ci è stato possibile vedere, ad esempio in Italia non abbiamo potuto visitare nessun luogo nonostante le richieste formali, e già questo dovrebbe farci riflettere. Siamo arrivati in Serbia e lì è iniziato il nostro viaggio che ha toccato anche le frontiere Ungherese, Slovena, Croata e Austriaca.

 

Abbiamo visto molte differenze nell’accoglienza e siamo voluti arrivare alla frontiera ungherese: un filo spinato che dà l’idea del distacco e della impossibilità di attraversare il mondo.

 

Abbiamo in particolar modo seguito una famiglia siriana composta quasi ed esclusivamente da donne perché gli uomini erano stati sterminati, tanto da indurre la più anziana della famiglia a prendere i superstiti e fuggire verso l’Europa.

 

Difficile trasferire in pochi minuti quello che abbiamo provato e dico provato perché essere lì non è come percorrere tratti di strada nel buio più profondo e al freddo insieme ai migranti. Ma non voglio strappare le lacrime. Mi I miei compagni di viaggio Rosa Parisi (Antropologa), Stefano Scialotti(Regista), Michele Stallo (Fotografo) e Gaetano Nardone (Volontario Intersos) . Vedrete sorrisi e bambini in gioco perché questa è il messaggio che abbiamo voluto trasmettere: La voglia di vivere e guardare ad un futuro migliore.