Guglielmo Loy: comunicato Stampa del 26/11/2014
Eva, la donna rom che aiuta i volontari a ripulire l’anfiteatro
Eva, la donna rom che aiuta i volontari a ripulire l’anfiteatro
26/11/2014  | Sindacato.  

 

Dopo anni in un accampamento a Saxa Rubra (Roma), è stata trasferita in un campo al Salario. Ma ogni giorno torna qui a “lavorare”: aiuta le donne a portare le buste della spesa. E loro assicurano: “un servizio utilissimo. Il direttore del supermercato l’ha mandata via: andremo a protestare”

 

ROMA, 25 novembre 2014  – Ieri c’era anche Eva, a dipingere l’anfiteatro di fronte alla biblioteca Galline Bianche, per rendere più bello quel pezzo di periferia in cemento incastonato tra alti palazzi: le “case bomba”, come li chiamano i residenti storici, riferendosi al clima “esplosivo” che si respira al loro interno, soprattutto a causa del traffico (e dell’uso) di sostanze. Eva ha 49 anni, è una rom rumena e per molti anni ha vissuto, con la sua numerosa famiglia, in un accampamento a Saxa Rubra, poi sgomberato. Ora “vivo in un campo attrezzato sulla Salaria – ci racconta – Sto bene, perché lì abbiamo anche luce e acqua. 

 

Ma continuo a venire a lavorare qui, perché questo quartiere lo sento mio”, racconta. Per questo, ieri, vedendo un gruppo di volontari del quartiere che dipingevano quel piccolo anfiteatro, pieno di macchie e di brutti graffiti, Eva ha chiesto un pennello. “Però non ci sono soldi – le ha spiegato uno dei ragazzi – Lo stiamo facendo gratis”. Lei ha sorriso, ha preso il pennello e ha imbiancato a lungo, sottraendo tempo a quel “lavoro” per cui, ogni giorno, dal Salario arriva fino a qui. Un lavoro che consiste, soprattutto, nell’aiutare le donne che fanno spesa al mercato: Eva si offre di portare le buste più pesanti e in cambio riceve qualche spicciolo, o degli indumenti per i suoi bambini. “Ormai la conosciamo bene – ci racconta Nadia, che vive qui da 30 anni – Non si limita ad aiutarci con le buste, ma si ferma a chiacchierare, ci racconta di sé e della sua famiglia”. 

 

Eva ha tre figli e una decina di nipoti. Recentemente è rientrata in Romania, per assistere la suocera gravemente malata, ma poi è dovuta tornare, perché il “lavoro”, qui in Italia, l’aspettava.Quando è tornata a Roma, però, aveva perso il suo “posto”: fuori dal supermercato, da anni aiutava le donne a portare le buste e caricarle in auto. Quando è rientrata dalla lunga assenza, il direttore del negozio le hanno detto che avrebbe dovuto spostarsi, perché lì dava fastidio. “Ma non è affatto vero – dice la signora Nadia – Per tante di noi era anzi un servizio molto utile, che lei svolgeva sempre con discrezione. Ed era piacevole anche scambiare quattro chiacchiere con lei”. Intanto, Eva non si è persa d’animo e si è spostata verso il mercato e anche lì qualcosa riesce a guadagnare. “Ma alcuni di noi hanno stanno pensando di andare a parlare con il direttore del supermercato – spiega Nadia – perché permetta a Eva di tornare la suo posto. Gli spiegheremo che, se non lo farà, potrebbe perdere diversi clienti!”.

 

Intanto, ogni giorno, Eva dal Salario torna qui, a Galline Bianche. Le abbiamo chiesto perché non resta lì, a ‘lavorare’, risparmiandosi il viaggio. Ha risposto che non ci pensa proprio, che ha sempre lavorato qui e che "questo è il suo quartiere”. Così suo che ieri non ha esitato a unirsi al gruppo di volontari, in questa piccola opera di riqualificazione, che ha cancellato qualche segno di quel degrado di cui, qui in periferia, tanto si parla. (cl)

 

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