Antonio FOCCILLO: comunicato Stampa del 28/01/2019
Foccillo: PA, il rilancio della macchina amministrativa non può che passare dai suoi lavoratori
Foccillo: PA, il rilancio della macchina amministrativa non può che passare dai suoi lavoratori
28/01/2019  | Pubblico_Impiego.  

 

 

DICHIARAZIONE DI ANTONIO FOCCILLO SEGRETARIO CONFEDERALE UIL

 

Continuiamo a leggere sui quotidiani di punizioni da imporre agli assenteisti e di permessi «facili» presi dai pubblici dipendenti. Un atteggiamento inquisitorio che dura ormai dal 2009 e che è arrivato fino alle rilevazioni biometriche e alla stretta collaborazione con le Fiamme Gialle nella prevenzione di questi fenomeni. Insomma, una guerra ideologica che, però, viene smentita dal numero dei procedimenti e dei licenziamenti che sono un’infinitesima parte dei pubblici dipendenti che, vogliamo ricordare a tutti, sono poco meno di tre milioni.

 

Dagli ultimi dati dal mese di giugno scorso si rileva che vi sono stati 22 licenziamenti disciplinari, che non escludono quindi anche fattispecie diverse dalla falsa attestazione della presenza in servizio. Da qui si evince tutt´altro che un´urgente impellenza che tarpa le ali al buon andamento della nostra P.A. e l’ha detto la stessa Ministra della Funzione pubblica, circoscrivendo il fenomeno a «una percentuale limitata di dipendenti».

 

Pur condannando qualsiasi azione irrispettosa del proprio lavoro ci chiediamo se sia questa la priorità del Ministero. Riteniamo che non sia così. Per la Uil il rilancio della macchina amministrativa non può che passare dai suoi lavoratori che non vanno mortificati e colpevolizzati per gli errori di qualcuno che va punito. I lavoratori hanno bisogno di esser messi nella condizione di poter offrire servizi pubblici adeguati e puntuali a tutti.

 

Vorremo che tra le priorità di questo Governo vi fosse un vero ricambio generazionale, non più rinviabile e contingentato. Un ricambio che permetta di invertire un trend di assenze spesso giustificato anche dall´età media avanzata della forza lavoro e soprattutto di colmare quella sotto-dotazione organica che, quella sì, è motivo di paralisi del servizio pubblico. Inoltre, preferiremmo che le risorse venissero investite in formazione, digitalizzazione e ammodernamento di strutture con cui i lavoratori quotidianamente operano.

 

Vorremmo che si rinnovassero, come avviene per tutti i lavoratori, i contratti scaduti a dicembre e quelli ancora aperti del precedente triennio 2016/2018 dei medici e della dirigenza e, infine, che si concludessero i lavori delle commissioni paritetiche per le nuove progressioni di carriera.

 

 

Roma, 28.01.2019