MEZZOGIORNO  - Carmelo Barbagallo
Barbagallo: «I temi del mezzogiorno Sono scomparsi dall´agenda politica del paese»
Il leader della UIL al congresso di Catania
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20/04/2018  Sindacato.  

 

 

«Sono stati due eroi, due vittime del lavoro». Il Congresso della Uil etnea si è aperto nel ricordo dei due vigili del fuoco morti, di recente, a Catania, nell’esercizio del loro dovere. Li ha ricordati, commossa, nella sua relazione introduttiva, la Segretaria territoriale, Enza Meli. Nel suo intervento, poi, il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha ricordato che il Primo Maggio sarà celebrato, quest’anno, proprio in memoria delle vittime sul lavoro per dire ‘basta’ a questa strage infinita: “Molti morti sul lavoro - ha sottolineato

 

il leader della Uil - sono vittime della violenza del profitto: così come è stato introdotto nel nostro ordinamento l’omicidio stradale, bisognerebbe introdurre anche l’omicidio sul lavoro”. Barbagallo, poi, ancora una volta, ha affrontato i temi relativi alla condizione del Mezzogiorno, per troppo tempo scomparsi dall’agenda politica: “Avremmo bisogno - ha ribadito - di uno strumento, come era la Cassa per il Mezzogiorno, per progettare e realizzare lo sviluppo di queste terre. Certo, quell’Istituto fu abolito perché emersero inaccettabili fenomeni di corruzione, ma lo strumento in sé era valido: il risultato è che non abbiamo più la Cassa, ma la corruzione non è stata sconfitta”.

 

Barbagallo, infine, ha accennato a due vertenze differenti, ma entrambe simbolo dei problemi della Sicilia e del Paese: Auchan e Blutec. “Servono regole per contrastare multinazionali come Auchan - ha detto il leader della Uil - che scorrazzano per il mondo facendo ciò che gli pare. Bisogna dare sovranità al sindacato europeo e mondiale per regolamentare la globalizzazione: dobbiamo tentarci, il sindacato non può fare finta di niente. E per quel che riguarda Blutec - ha concluso Barbagallo - l’azienda deve dimostrare di aver utilizzato bene i soldi. Non ci devono essere sconti per nessuno. Noi siamo preoccupati perché, se invece di confrontarci con imprenditori, abbiamo a che fare con ‘prenditori’, diventa un problema per i lavoratori e per il nostro Paese”.

 

Catania, 20 aprile 2018