INPS, DATI SU OCCUPAZIONE  - Guglielmo Loy
Loy: sul lavoro, alti e bassi da osservare
Sempre necessarie regole che disincentivino l’uso improprio dei contratti a termine
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22/03/2018  Occupazione.  

 

 

Dopo la flessione registrata negli ultimi 4 mesi, si manifesta una ripresa delle richieste di cassa integrazione nelle sue principali gestioni che desta preoccupazione, soprattutto perché si tratta di dati al netto delle prestazioni di integrazioni al reddito presenti nei Fondi di Solidarietà.

 

Secondo una nostra elaborazione, il raffronto effettuato sul cumulo di ore autorizzate nel I bimestre di quest’anno (40,5 milioni di ore) rispetto allo stesso periodo del 2017, sembra invece mostrare un complessivo rallentamento nell’utilizzo dello strumento di integrazione al reddito (-37,4%) che ci porta a valori sempre più vicini a quelli dell’anno 2008 dove le ore ammontavano a 31,7 milioni.

 

In attesa di sapere nel corso dell’anno come evolverà tale utilizzo, nel nostro mercato del lavoro si evidenziano fenomeni contrastanti: da una parte la tendenza a una flessione della cassa integrazione,  che spingerebbe ad essere ottimisti,   dall’altra, però, una crescita delle domande di disoccupazione che ci riconduce alla cruda realtà dell’alta presenza di un’occupazione “temporanea”, come testimoniano i dati dell’Osservatorio Inps sul precariato, in cui, nel 2017, il rapporto tra attivazioni a tempo determinato e indeterminato è stato, rispettivamente, di 3 a 1.

 

Dato incoraggiante, probabilmente dovuto all’abbattimento del costo del lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato introdotto con gli incentivi previsti nella Legge di Bilancio 2018, è l’aumento del 136,9% a gennaio delle attivazioni a tempo indeterminato rispetto a dicembre 2017 e dell’11,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ci aspettiamo che la strutturalità dell’incentivo per la stabilità lavorativa dei giovani continui anche nel futuro a dare maggiore “sicurezza lavorativa” a coloro che fino ad oggi hanno avuto solo “flessibilità”. Sempre necessarie, comunque, regole che disincentivino l’uso improprio dei contratti a termine che, ad avviso, della Uil devono costare alle imprese molto più dei contratti stabili.

 

 

Roma, 22 marzo 2018