I dati sulla crescita del nostro Paese contenute nelle previsioni di primavera della Commissione Europa ci dicono che, anche se lentamente, il Paese è ormai uscito dalla lunga crisi, ma confermano, nello stesso tempo, come l’Italia cresca molto meno rispetto alla media europea.
È evidente che l'aumento del PIL è frutto delle pur timide politiche espansive messe in atto negli ultimi 3 anni con le recenti manovre economiche e, conseguentemente, occorre proseguire sulla strada della “flessibilità” di Bilancio contrastando, quindi, con forza il ritorno a politiche di austerità che deprimerebbero tutto il sistema economico e produttivo.
Come UIL, e sono mesi che lo diciamo, sosteniamo che le risorse derivanti da una nuova flessibilità europea ricontrattando i parametri del fiscal compact, dovranno essere investite in un “Piano pluriennale per lo sviluppo e la crescita”. Occorre ridare potere d’acquisto ai lavoratori e ai pensionati, investire nel settore industriale della ricerca e dell’innovazione e, infine, stanziare risorse per opere pubbliche immediatamente cantierabili.