AMMORTIZZATORI SOCIALI  - Guglielmo Loy
Loy: Non ridurre le tutele, prevedere un intervento economico
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08/09/2016  Occupazione.  

 

 

 

I primi 7 mesi del 2016 hanno visto una crescita della cassa integrazione straordinaria rispetto allo stesso periodo del 2015 tutelando 222 mila posti di lavoro. Complessivamente, le misure di integrazione salariale (CIGO, CIGS, DEROGA) hanno salvaguardato mediamente 328 mila posti di lavoro e hanno coinvolto, nel solo 2015, quasi 800.000 lavoratrici e lavoratori che hanno conosciuto l’amara esperienza della sospensione dal lavoro.

 

Questi dati confermano la necessità di continuare a sostenere un apparato industriale ancora in forte sofferenza a causa della troppo bassa crescita della nostra economia che, molto probabilmente, si protrarrà anche nel 2017 generando processi di ristrutturazione produttiva e occupazionale.

 

La riduzione di tutele, introdotte in tema di ammortizzatori sociali dal Jobs Act, rischia di impattare negativamente con questi delicati processi, incidendo sulla ripresa del nostro sistema produttivo e sul reddito dei lavoratori.

 

È necessario, quindi, prevedere ulteriori risorse per accompagnare la lenta ripresa, rendendo più flessibile la durata degli interventi, attraverso l’estensione di 12 mesi della durata della Cassa Straordinaria per le aziende che operano all’interno delle aree di crisi complessa e non complessa e per tutte le imprese che hanno in corso delicati processi di ristrutturazione. Così come va prevista una misura per risolvere il problema del dimezzamento della Naspi  per tutti  i lavoratori stagionali.

 

Le risorse necessarie a questi provvedimenti, che stimiamo in 1,8 miliardi di euro, potrebbero essere reperite dalla minor spesa derivante dalla riduzione della durata di alcuni istituti (cassa integrazione straordinaria) e dalla soppressione di altri strumenti di protezione sociale (mobilità e deroga), per effetto delle recenti riforme sul lavoro.

 

Nello specifico, per il 2017, è prevedibile un risparmio di 750 milioni di euro per i trattamenti di disoccupazione e mobilità e una minore spesa di 1.050 milioni di euro per la cassa integrazione, anche in deroga.

 

Il necessario provvedimento “tampone” di estensione degli ammortizzatori, ipotizzato dal Governo per le aree di crisi complessa, deve essere considerato solo un primo, anche se necessario, passo in avanti ma la strada maestra è quella di prendere atto dell’urgenza di rendere flessibili gli strumenti di protezione sociale come evidenziato dall’intesa tra Uil, Cisl, Cgil e Confindustria.

 

 

Roma 8 settembre 2016