RAPPORTO CENSIS - WELFARE  - Silvana ROSETO
Roseto e Bellissima: Riorganizzare welfare, rafforzare servizi e assistenza per le famiglie
Politiche pubbliche ancora inadeguate a sfide longevità e sostegno a non autosufficienza
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18/11/2015  Welfare.  

 

 

Dichiarazione di Silvana Roseto, Segretaria confederale UIL e Romano Bellissima, Segretario generale Uil Pensionati

 

 

Le persone non autosufficienti e le famiglie che le assistono versano sempre più in un intollerabile stato di abbandono. È evidente l’urgenza di una riforma complessiva del welfare, che parta da una legge nazionale di sostegno alla non autosufficienza.

 

È giusto sostenere le buone ragioni del rapporto del Censis ‘Sostenere il Welfare familiare’, presentato oggi, tese a regolarizzare un fenomeno assolutamente fisiologico come il ricorso quotidiano agli assistenti familiari («badanti») da parte delle famiglie che assistono cittadini non autosufficienti, attuando politiche di adeguata deducibilità. Ma non basta. Abbiamo apprezzato nella Legge di Stabilità lo stanziamento, divenuto strutturale, della copertura del Fondo per le non autosufficienze, ritenendolo, tuttavia, ancora ben lontano da standard accettabili.

 

Contestiamo, infatti, l’assenza di respiro nelle politiche pubbliche che ignorano la traiettoria demografica di una società che conosce un progressivo e costante innalzamento dell’età media e un allungamento dell’aspettativa di vita. Mancano, a ragion veduta, strumenti di integrazione socio-sanitaria per far fronte alle rinnovate cronicità, percorsi di prevenzione e programmazione per la riprogettazione di stili di vita, investimenti in innovazione e tecnologia, formazione degli assistenti e degli operatori e individuazione di opzioni in grado di creare l’incontro tra fabbisogno e risposta, domanda e offerta.

 

Non si tiene conto che oltre il 90 % delle famiglie che si rivolgono alle prestazioni di assistenti familiari non riceve alcuna forma di sostegno; e per una percentuale significativa di costoro la spesa incide per oltre il 30% sul reddito disponibile, mentre per metà di essi significa intaccare risparmi, indebitarsi o rischiare di cadere in povertà. A ciò, vanno sommati i nuclei familiari che pur avendone bisogno, non possono utilizzare i servizi di assistenza familiare, ovvero quasi 3 milioni di famiglie.

 

UIL e UILP ritengono, pertanto, prioritario un intervento di riordino complessivo dei servizi di assistenza, cura e della fiscalità in questo ambito da parte del Governo, per assicurare equità e giustizia sociale, liberando altresì energie occupazionali e opportunità di crescita.

 

Non è più rinviabile il varo di una legge nazionale di sostegno ai cittadini non autosufficienti e alle loro famiglie, volta a garantire uniformemente i livelli essenziali di assistenza in tutto il territorio nazionale, ancora caratterizzato da enormi disparità.

 

 

 

Roma, 18 novembre 2015