A proposito dei dati Istat su fatturati e ordinativi, il Segretario generale della Uil ha ribadito che "quelli stagionali sono altalenanti, apparentemente contraddittori e non ci convincono: bisognerà fare una verifica sui dati complessivi reali. Se non c'è un incremento vero e duraturo dei consumi, non c'è una vera ripresa". Concetti, questi, che Barbagallo ha espresso anche in occasione del suo intervento al Consiglio confederale della Uil Friuli Venezia Giulia.
"La ripresa economica e la ripresa dell'occupazione - ha sottolineato il Segretario della Uil - si perseguono rinnovando i contratti pubblici e privati, restituendo il maltolto ai pensionati e, quindi, restituendo potere d'acquisto a lavoratori e pensionati. La ripresa si fa adottando un nuovo modello contrattuale. La ripresa si fa cercando di stimolare le imprese a investire in ricerca e innovazione. La ripresa, infine, si fa ascoltando i lavoratori e rispondendo alle loro aspettative.
In Europa non ci sono investimenti, mentre negli USA stanno investendo mille miliardi di dollari l'anno: in questo sta la differenza tra una crescita che non c'è e un PIL al 3,5%.
Mi auguro che il Governo cambi passo, perché fa troppi annunci veloci e poche riforme vere. Come sindacato riformista siamo disponibili al confronto: quando si decideranno, noi siamo pronti".
Barbagallo ha poi proseguito il suo intervento soffermandosi anche sulla questione fiscale. "Si parla spesso di reddito di cittadinanza, ma prima di affrontare questo tema, in Italia bisogna stabilire chi sono i poveri: occorre fare, dunque, una vera riforma fiscale. Stando alle dichiarazioni dei redditi, i poveri non sarebbero i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma qualche gioielliere, qualche commerciante, qualche piccolo imprenditore che dichiara meno dei propri dipendenti. La vera riforma deve partire dal conflitto di interesse fiscale che, in questo Paese, non è stato mai attuato: se i cittadini non hanno la possibilità di scaricare le fatture per i servizi che ricevono, è chiaro che si diventa complici dell'evasione. La riforma, dunque, deve far emergere i 120 miliardi di evasione fiscale, i 60 miliardi di corruzione e i 2milioni e 700mila lavoratori in nero che, peraltro, costituiscono la base per la concorrenza sleale alle imprese che lavorano onestamente".
Trieste, 22 luglio 2015