SERVIZIO POLITICHE TERRITORIALI E DEL LAVORO  - Guglielmo Loy
Loy: Luci e ombre della nuova NASPI. I lavoratori stagionali i più penalizzati
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27/04/2015  Occupazione.  

 

 

AMMORTIZZATORI SOCIALI

NASPI: LUCE E OMBRE

PENALIZZATI LAVORATORI E LAVORATRICI STAGIONALI

 

CON UN REDDITO NETTO MENSILE DI 1.300 EURO SI VIENE PENALIZZATI ANCHE DAL PUNTO DI VISTA PREVIDENZIALE

 

 

Dal 1° maggio con l’introduzione della NASPI 355 mila lavoratori e lavoratrici stagionali rischiano di rimetterci da 29 euro a 2.925 euro, rispetto alla vecchia indennità di disoccupazione (ASPI).

Infatti, chi prima svolgeva un lavoro stagionale di 6 mesi, spiega Guglielmo Loy - Segretario Confederale UIL - aveva diritto all’ASPI per altri 6 mesi e, con uno stipendio lordo di 1.300 euro mensili, avrebbe preso di sussidio 5.850 euro.

 

Ora, invece, con le nuove regole (si può usufruire del sussidio per un periodo di tempo pari alla metà dei mesi lavorati) queste persone prenderanno il sussidio soltanto per 3 mesi, per un totale di 2.925 euro (la metà di quanto avrebbero percepito con l’ASPI).

Se il lavoro stagionale è di 8 mesi l’anno, la penalizzazione è di 29 euro; mentre se la chiamata è di 3 mesi, rispetto alla mini ASPI, con la NASPI il conto è “pari”.

 

Ciò emerge da una simulazione del Servizio Politiche Territoriali e del lavoro della Uil, che ha calcolato gli effetti della nuova NASPI su 4 ipotesi: il lavoro stagionale, il lavoro continuo svolto da coloro che hanno un’età sotto i 50 anni, tra i 50 e i 55 anni e sopra i 55 anni.

I più penalizzati sono i lavoratori stagionali e i lavoratori sopra i 55 anni che perdono il posto di lavoro dopo 2 anni.

Infatti, chi perde il posto di lavoro e ha meno di 50 anni (considerando anche il calo del 3% dopo il terzo mese nel calcolo del sussidio) con 2 anni di lavoro, percepirà il sussidio per 12 mesi per un totale di 10.484 euro (più 1.318 euro rispetto all’ASPI); se, invece, si perde il posto di lavoro dopo 4 anni o più, si percepirà la NASPI per un massimo di 24 mesi per un totale di 17.816 euro (più 8.650 euro rispetto all’ASPI).  

Se, invece il lavoratore ha più di 55 anni, in caso di perdita di lavoro dopo 2 anni, riceverà la NASPI per 12 mesi per un totale di 10.484 euro a fronte dei 16 mesi di ASPI per un totale di 13.644 euro (ci rimetterà 3.160 euro); se, invece, perde il lavoro dopo 4 anni riceverà di NASPI (24 mesi), 17.816 euro a fronte dei 13.644 euro dell’ASPI con un beneficio di 4.172 euro.

 

Il nuovo strumento risulta ancor più penalizzante, ricorda Loy, per quelle centinaia di migliaia di persone che potevano essere protette dalla ”indennità di mobilità”, che invece, terminerà alla fine del 2016 e che la NASPI potrà bilanciare solo in parte.

Infine, commenta Guglielmo Loy, con la NASPI viene introdotto un tetto alla contribuzione figurativa (1.820 euro lordi mensili imponibile previdenziale) che corrisponde a uno stipendio netto di 1.300 euro mensili.

Il risultato è una nuova penalizzazione sui futuri importi pensionistici.

 

Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che lavorano stagionalmente in importanti settori produttivi ed economici, turismo e alimentare in primis, saranno le prime vittime delle innovazioni del governo in tema di lavoro e ammortizzatori sociali.

Sono settori, con fortissima presenza femminile, che svolgono attività funzionali a produrre una parte importante del PIL in aree all’avanguardia in termini di produzione della ricchezza nazionale.

Se a questo danno si aggiunge la progressiva diminuzione di altri strumenti di protezione sociale (come la cassa integrazione in deroga) emerge con chiarezza che siamo lontani dall’annunciata volontà del Governo di allargare le tutele ai lavoratori e alle lavoratrici più deboli del paese.

 

Anche per questo il Governo, conclude Loy, deve riflettere sugli errori fatti e modificare in fretta una norma ingiusta e sbagliata.

 

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