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Dichiarazione di Maria Pia Mannino, Responsabile Nazionale Pari Opportunità e Politiche di Genere
Da Renzi mille asili nido in mille giorni
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02/09/2014  PariOpportunità.  

 

 

Nella sua promessa di mutare in mille giorni il volto del mercato del lavoro, il Presidente del Consiglio, per garantire il suo “interesse all’infanzia e promuovere  le pari opportunità”, annuncia anche la nascita sul territorio nazionale di mille asili nido.

 

Se l’azione di Governo per i prossimi tre anni si concretizzerà, fosse anche con un po’ meno di mille asili nido, sarebbe la dimostrazione di un avvenuto cambiamento culturale nella politica nostrana e che verso i più piccoli e verso le loro mamme e i loro papà c’è maggiore attenzione. Ma non basta, però, perché calcoli alla mano, ancora troppo pochi sarebbero i bambini che potrebbero fruire dei servizi a loro destinati e a cui hanno diritto.

 

Il nostro Paese si colloca negli ultimi posti nell’Unione Europea per i servizi all’infanzia e i bambini che fruiscono dell’asilo nido, sono una percentuale bassissima (appena il 13,5%). Senza parlare dell’aumento dei costi che puntualmente ad ogni settembre affliggono migliaia di famiglie, soprattutto in questo momento di forti difficoltà economiche del Paese.

 

Tutto questo, se non ci sarà una volontà politica  a prendere misure radicali a favore del lavoro e delle famiglie, si ripercuoterà sulle donne ancora per molto tempo in tutti i campi, dall’occupazione all’istruzione e alla formazione legata all’occupabilità femminile.

 

Siamo assai lontani dagli standard europei e riequilibrare il gap diviene arduo in quanto l’azione per essere concreta necessita di tempi lunghi. La UIL, da tempo, ne ha fatto una sua battaglia sottolineando la necessità di implementare i servizi all’infanzia, come sostegno fondamentale per le lavoratrici.

 

Non saranno perciò mille asili nido che risolveranno la situazione di migliaia di lavoratrici italiane e il Presidente del Consiglio dovrà impegnarsi di più in tema di uguaglianza e parità, magari affidando finalmente la delega delle pari opportunità ad una persona (donna o uomo non ha in questo momento alcuna rilevanza di genere) che sappia  fare sintesi delle effettive necessità delle donne e delle famiglie che, con molta difficoltà, stanno contrastando una crisi ancora molto lontana dall’essere risolta.

 

 

Roma, 2 settembre 2014