CASSA INTEGRAZIONE – 11° RAPPORTO UIL  - Guglielmo Loy
A novembre, 291.000 i posti salvaguardati
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16/12/2016  Occupazione.  

 

 

A novembre autorizzate oltre 37,8 milioni di ore (- 13,2% su ottobre e -27,5% su novembre 2015).

 

24,5 milioni le ore di cassa integrazione straordinaria,

10,2 milioni le ore di ordinaria,

3,1 milioni le ore di deroga.

 

Da gennaio a novembre 2016 un totale di 544 milioni di ore richieste, in flessione del 15% rispetto allo stesso periodo del 2015.

 

La cassa integrazione straordinaria ha assorbito il 67% del totale.

 

Le ore autorizzate sono aumentate in 4 Regioni: Valle d’Aosta (+35%), Toscana (+6,3%), Emilia Romagna (+3,6%), Campania (+3,3%).

 

291.000 i posti di lavoro salvaguardati

 

 

Nel mese di novembre sono state autorizzate oltre 37,8 milioni di ore di cassa integrazione, con una flessione congiunturale del 13,2% e tendenziale del 27,5%.

 

Sono state autorizzate 24,5 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria, 10,2 milioni di ore di ordinaria e 3,1 milioni di ore di deroga.

 

Rispetto a ottobre, spiega Guglielmo Loy- Segretario Confederale UIL, riprendono a crescere la gestione ordinaria (+13,5%) - dovuta, come sostiene l’Inps, “ad una progressiva ripresa delle attività amministrative di concessione, anche nella gestione dell’arretrato” -  e la cassa in deroga (+2,2%), mentre si riduce la richiesta della straordinaria (-22,2%).

 

I dati per macro area ci informano che la crescita delle ore richieste si è avuta solo al Centro (+12,6%), a fronte di una diminuzione che ha interessato in maniera più forte il Mezzogiorno (-46,2%) e più debole il Nord (-7,5%).

 

8 le Regioni con un incremento di richieste: la Sardegna in testa (+ 140,3%), mentre in Campania la maggior contrazione di ore (-75,8%).

 

A livello provinciale, sono 47 i territori interessati dall’aumento della cassa integrazione: a Enna l’aumento più forte passando dalle “zero” ore richieste a ottobre alle oltre 47 mila di novembre. A seguire, nelle prime 5 posizioni, troviamo Livorno (+5124,7%), Parma (+761,3%), Sassari (652,2%) e Lecce (+541,3%).

 

Per quanto concerne la distribuzione delle ore di cassa integrazione nei diversi settori produttivi, 29,6 milioni, sottolinea Loy, sono assorbite dall’industria, circa 3,8 milioni dall’edilizia, 3,1 milioni dal commercio e 1,3 milioni dall’artigianato.

 

Tra ottobre e novembre, si è registrato un incremento di ore in tutti i settori (artigianato +25,2%, edilizia +16%, commercio +10,2%), ad eccezione dell’industria che ha subito un decremento di richieste del 18,6%.

 

A un mese di distanza dal bilancio annuale, le ore autorizzate di cassa integrazione, osserva Loy, sono state 544 milioni, con una flessione del 15% rispetto allo stesso periodo del 2015.

 

Le ore di cassa integrazione straordinaria hanno assorbito il 67% del totale (in valori assoluti si tratta di 364,7 milioni di ore, in diminuzione del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2015); la gestione ordinaria totalizza 127,1 milioni di ore autorizzate (-27,7% rispetto agli 11 mesi del 2015); la cassa in deroga 52,1 milioni di ore (-43,2%).

 

In aumento le ore autorizzate in 4 Regioni: Valle d’Aosta (+35%), Toscana (+6,3%), Emilia Romagna (+3,6%), Campania (+3,3%). Di converso, la maggiore flessione di ore in Basilicata (-68,2%).

 

Gli ammortizzatori sociali hanno permesso di salvaguardare, mediamente, 291 mila posti di lavoro.  

 

Alla luce di queste analisi, la UIL, ribadisce Loy, vede la conferma di come il sistema economico-produttivo reagisca in maniera molto articolata alla crisi. A fronte di realtà che hanno reagito e si sono riassestate, vi sono moltissime imprese che sono in difficoltà. Dato, questo, confermato dal progressivo aumento dei licenziamenti e dalla "tenuta" delle domande di NASPI (indennità di disoccupazione). Ed è per questo che sosteniamo come il vero “difetto” del Jobs Act, almeno sul tema degli ammortizzatori sociali, sia l’aver innovato in maniera rigida un sistema di protezione sociale che ha, invece, la necessità di plasmarsi su questo quadro differenziato. La ridotta durata temporale e il maggior costo (per le imprese) per la cassa integrazione ordinaria e straordinaria, unitamente alla fine dell’indennità di mobilità dall’ 1 gennaio 2017, rischiano di produrre ciò che abbiamo denunciato: molte imprese rinunciano a ristrutturarsi mantenendo il loro “capitale umano” e scelgono la strada, ancor più drammatica, della riduzione del personale. Questo Governo, conclude Loy, può proseguire, senza timidezza, sulla strada iniziata dal precedente: derogare, in molti casi, ai rigidi criteri per la concessione della Cigo e della Cigs anche nel 2017.

 

 

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