I dati sul Pil sono incoraggianti, ma resta ancora molta strada da fare. Intanto, se il Pil è cresciuto è anche merito dei tanti rinnovi contrattuali sottoscritti negli ultimi mesi che hanno iniettato risorse nel sistema economico. Ci si sbrighi, dunque, a rinnovare i contratti sia nel pubblico impiego sia in alcune categorie private che da troppi anni, ormai, attendono di raggiungere questo traguardo. E Confindustria, poi, colga questi segnali di ripresa per accettare la sfida della riforma del sistema contrattuale, fondata anche su parametri nazionali di sviluppo e territoriali e aziendali di produttività.
Inoltre, resta il fatto che anche quando si cresce, siamo tra i più lenti in Europa. Servono, perciò, investimenti in infrastrutture materiali e immateriali: per dare una svolta strutturale alla ripresa e per creare buona occupazione, il Governo dia un forte e coraggioso segnale in questa direzione. Infine, ma non ultima, oltre a un nuovo accordo sulla previdenza, serve una vera riforma fiscale che redistribuisca la ricchezza e dia valore e impulso al lavoro. Tutti questi saranno i punti su cui, a partire dalle prossime settimane, baseremo le nostre rivendicazioni per il lavoro, i salari e lo sviluppo del Paese.
