Caro Alesse - caro non per affetto, ma perché lei costa molto alla collettività - io non sono un giuslavorista, ma sono una persona che ha sempre lavorato. Peraltro, in Italia molti parlano di lavoro, ma pochi sanno di cosa parlano.
Io continuo a sostenere, semplicemente, che il compito del Garante dovrebbe essere caratterizzato da una maggiore imparzialità, che non colgo nel lavoro svolto in questi anni. Non si capisce perché Alesse bacchetta sempre i sindacati e non ha mai speso una parola per invitare le nostre controparti a sedersi a un tavolo di trattativa, così da prevenire le occasioni di scontro. Se solo questo è il suo ruolo, non ha senso avere un’Autorità di garanzia per gli scioperi: in tempi di spending review i costi di alcuni Organi potrebbero essere utilmente limitati.
Mi permetto, comunque, di dare un suggerimento ad Alesse sul merito di alcune questioni concrete: perché non comincia a pensare a come introdurre una forma di conciliazione obbligatoria, con eventuali sanzioni per chi ad essa si sottrae? E perché non dice cosa pensa della proposta sullo sciopero virtuale nei servizi pubblici essenziali?
A proposito, infine, degli errori del legislatore, sono proprio le frequenti pronunce di illegittimità costituzionale a testimoniare che questa eventualità, purtroppo, è piuttosto frequente.
Roma, 31 luglio 2015
