Non vorremmo che l’incontro di domani si trasformasse in una sorta di funerale annunciato dell’ex Ilva, il più grande impianto siderurgico d’Europa. Un incontro in cui ci saranno i mandanti, i carnefici e le vittime di un disastro economico e sociale dagli incalcolabili danni per Taranto, la Puglia e il nostro Paese.
Noi non vogliamo arrenderci: bisogna dare continuità produttiva e occupazionale a quel sito e si deve realizzare il progetto di bonifica ambientale che solo un grande investitore può essere in grado di operare. A questo punto, il rischio concreto è il tracollo occupazionale e sociale di un territorio e la sua condanna a un ambiente non risanato. Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.
Roma, 14 novembre 2019