REDDITO DI CITTADINANZA  - Carmelo Barbagallo
Barbagallo: provvedimento può rappresentare opportunità per chi non ha forme di sostentamento
Riflettere su riforma fiscale equa ed economicamente efficiente
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15/01/2019  Sindacato.  

 

 

DICHIARAZIONE DI CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE UIL

 

 

In determinati contesti e per particolari situazioni, il reddito di cittadinanza può rappresentare un’apprezzabile opportunità per tutti coloro che non hanno alcuna forma di sostentamento.

 

Tuttavia, è indispensabile definire un sistema che impedisca “furbate” o che favorisca il lavoro nero e irregolare.

 

Inoltre, è fondamentale che questo strumento sia capace di coniugare il contrasto alla povertà con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo, tenendo insieme queste due esigenze. Un Paese, infatti, può puntare a un modello di sviluppo efficiente e duraturo se si creano le condizioni per dare valore al lavoro. E, in quest’ottica, gli investimenti in infrastrutture, da un lato, e la riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, dall’altro, rappresentano le leve su cui insistere per ottenere questo risultato.

 

C’è, infine, una questione fiscale che ci preoccupa molto e su cui occorrerebbe intervenire. Il Reddito di Cittadinanza, per chi ha reddito familiare zero, può arrivare a 9.360 euro l’anno, che diventano 15.960 euro per una famiglia numerosa. Questo reddito è fiscalmente esente. Un lavoratore dipendente che percepisca gli stessi redditi, invece, dovrà pagare sia l’IRPEF che le relative addizionali regionali e locali. A conti fatti un lavoratore dipendente che percepisce un salario pari a 9.360 euro annui pagherà 529 euro tra IRPEF nazionale (334 euro) e addizionali regionali e comunali (195 euro).E nella fascia di coloro che guadagnano tra 8.174 euro (soglia della NO TAX AREA) e 9.360 euro si collocano 1.290.000 lavoratrici e lavoratori.

 

Quella del reddito di cittadinanza, dunque, deve essere l’occasione anche per affrontare il tema di un’equa ed economicamente efficiente riforma fiscale. Bisogna consentire, infatti, a lavoratori dipendenti e pensionati di avere maggior reddito a disposizione ai fini della crescita della domanda interna e, dunque, a beneficio della continuità produttiva e occupazionale delle aziende che lavorano per il mercato interno.

 

 

Roma, 15 gennaio 2019